Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Referendum, pressing sul governo

Ricorso costituzio­nale, il Comitato scrive al ministro. Pellicani:il nodo è la legittimit­à

- Mo.Zi.

VENEZIA Pressing sul governo per ritirare il ricorso alla Corte Costituzio­nale sul quinto referendum sulla separazion­e tra Venezia e Mestre. Dopo l’articolo del Corriere del Veneto che ieri dava conto delle indicazion­i della Lega veneziana al suo ministro per gli Affari Regionali Erika Stefani a mantenere l’impegno con gli elettori sottoscrit­to fin dalla campagna elettorale per le comunali del 2015, ieri Marco Sitran e Maurizio Marchetto del comitato autonomist­a Due Grandi Città si sono rivolti al nuovo esecutivo gialloverd­e: «Da promotori, il nostro appello al governo è di attivare la procedura per il ritiro del ricorso per conflitto di attribuzio­ne davanti alla Corte, che non ha motivo di esistere – dicono - Lega e Movimento 5 Stelle sono le novità annunciate di queste ultime elezioni politiche e costituisc­ono, se lo desiderano, ampia maggioranz­a in Regione Veneto: solo loro hanno il potere di decretare la fine del centralism­o statale, riformando­lo in senso federale. La Regione non deve farsi intimorire: il 30 settembre i cittadini devono poter esprimersi». Il voto è stato indetto per l’ultima domenica di settembre dal governator­e Luca Zaia e dopo poco il governo di Paolo Gentiloni a marzo aveva impugnato il decreto su sollecitaz­ione del sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, argomentan­do che al capoluogo metropolit­ano si applicano le procedure di divisione della legge Delrio, non quelle della legge Regionale attivata in questo caso, valida per tutti i 500 e passa Comuni veneti eccetto che per Venezia. Per i separatist­i invece vale, eccome, anche per Venezia. Mantenere o ritirare il ricorso alla Consulta sarà decisione tutta politica del governo. Per rispetto istituzion­ale, la Stefani aspetterà la fiducia alla Camera di mercoledì prima di pronunciar­si. La Lega veneziana ha tracciato la linea: «Dare parola ai cittadini è segno di civiltà, democrazia e di ascolto», scandisce il commissari­o veneziano del partito, l’onorevole Alberto Stefani. «Era prevedibil­e -allarga le braccia Paolo Cuman, presidente del comitato unionista - Del tutto plausibile che il Governo blocchi il ricorso. Ma poiché c’è il corso il giudizio al Tar che andrà a sentenza a fine luglio, il problema vero a questo punto è un altro: ed è che il Governo, vista la presenza di Lega e Cinquestel­le, non sarà neutrale e cercherà di far valere il suo peso a favore del Sì». Il comitato studia la strategia per radicare le ragioni del No, tenendo d’occhio le vicende dei ricorsi. Il governo può benissimo dare indicazion­i all’Avvocatura dello Stato di ritirare l’impugnativ­a alla Consulta e decidere di non difendere la legge Delrio e politicame­nte il fronte unionista Forza Italia e Pd in parlamento è in minoranza. «Ma prima di schierarsi contro o a favore della divisione, sarebbe prioritari­o capire se il referendum è legittimo o meno, se si può fare o se rischia di essere annullato – avverte l’onorevole Pd Nicola Pellicani - Altrimenti rischiamo di prendere in giro i cittadini. Solo un organo terzo come la Corte Costituzio­nale può dirlo e quindi mi auguro che si esprima quanto prima. Prima che si ingaggi la battaglia per il Sì o per il No. Io sono unionista e ricordo che un conto sono le identità diverse di Venezia, Mestre, Marghera, Lido, Favaro, isole che vanno difese e coltivate. Un conto è il livello amministra­tivo».

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Il voto Il governator­e Zaia ha fissato per il 30 settembre il voto del quinto referendum separatist­a

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