«Mollo tutto e parto» L’impresa di Giordano

Qual è il prezzo della libertà? Dieci euro al giorno. Che, moltiplicato per 500 giorni, fa 5000 euro, il budget complessivo di spesa che accompagna un moderno viaggiatore solitario in giro per il mondo.

La vita, si sa, è fatta di piccoli inconfessabili piaceri e quelli di Raffaele Giordano, 32 anni, originario di Corbara, in provincia di Salerno, non potevano conciliarsi con il tran-tran del lavoro quotidiano in una ditta che si occupa di ingegneria clinica ospedaliera. Così ad ottobre ha scelto di mollare tutto per perdersi per il mondo.

«Senza itinerari precisi ha scritto sulla sua pagina facebook che aggiorna in tempo reale - con pochi soldi a disposizione. Senza progetti, se non quello dell’eterna felicità. Busserò alle porte per chiedere ospitalità, raccoglierò soldi suonando per strada, lavorerò in cambio di vitto e alloggio, distruggerò ogni paura e supererò ogni limite che mi si presenterà. L’obiettivo sono i 500 giorni in solitaria (e magari andare oltre) e almeno 45 mila chilometri da percorrere via terra».

Il primo ostacolo da superare è la mamma, che soprattutto al Sud è apprensiva e premurosa. Raffaele ha risolto il problema alla grande, con un segnalatore gps grazie al quale la madre da Corbara può sapere in qualsiasi momento dove si trova e tranquillizzarsi. Poi, gambe e zaino in spalla, è partito.

Prima destinazione, raggiunta in aereo, Mumbai, in India, dove ha viaggiato, unico occidentale, sui tetti di treni strapieni e su scassatissimi autobus. Da lì è arrivato a Goa e poi ha attraversato il Kerala e il Tamil Nadu.

Nello Uttar Pradesh è rimasto a meditare chiuso in una minuscola cella per 11 giorni, senza contatti umani. Il giramondo salernitano ha piantato alberi nella foresta con una comunità che ricicla tutto e non usa corrente elettrica, per poi andare ad Auroville, dove c’è la città madre della comunità, per studiarla più da vicino. Per un mese è rimasto a Varanasi, dove assieme ad un operatore spagnolo ha cercato, per intervistarli, persone appartenenti ad una casta di cannibali, che in genere evitano di raccontarsi.

Per non sforare il budget, si è “arrangiato” attraversando l’intero Rajastan in autostop o mettendosi in posa nelle foto ricordo alla festa Holi (la festa dei colori) in cambio di sei rupie. Ma ha avuto anche incontri «ravvicinati» con un cacciatore di teste e con una tarantola filmata e postata su facebook, oltre a fare il trekking più alto del mondo sul circuito dell’Annapurna (5416 metri). «Una fantastica esperienza che mai potrò dimenticare». È passato dal Darjeeling, nel nordest dell’India, e si è spostato verso est, dove è rimasto accampato in tenda nel Meghalaya, la foresta più umida del mondo, convivendo con alcune tribù locali. Qui ha incontrato una giapponese che indossava la maglietta del Cocoricò di Rimini.

In 210 giorni Giordano ha percorso 17.540 chilometri in autostop (12 volte), treni (11), bus (35), dromedario (1) e traghetti e barche (8) attraversando 61 tra città e villaggi, due nazioni e sedici Stati dell’India, dormendo 41 volte gratis e mangiando 19 volte a sbafo. Ora si trova nel distretto dell’Assam, sul confine col Myanmar, la Birmania. Sta aspettando i documenti per poter proseguire attraverso Thailandia, Laos, Vietnam e Cina. Il rientro a casa è previsto per marzo. E poi? Ovviamente si ricomincia. «Non so esattamente dove arriverò, l’importante è il viaggio e non la destinazione».

Raffaele Giordano

«Sono partito senza itinerari precisi, con pochi soldi. Busserò alle porte per chiedere ospitalità, lavorerò in cambio di vitto e alloggio. Il problema più grande? La mamma. Rassicurata con un gps per sapere dove mi trovo»

Il globe-trotter Raffaele Giordano seduto su uno strapiombo in Cambogia e nella foresta indiana con la sua inseparabile tenda