Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Tra Ursus e Porta rossa Trieste città di cinema

Non solo Saba, Svevo e Joyce. Itinerari tra i film per scoprire luoghi segreti

- di Sara D’Ascenzo

Trieste ha una scontrosa/ grazia. Se piace/ è come un ragazzacci­o aspro e vorace,/ con gli occhi azzurri e mani troppo grandi/ per regalare un fiore .... La Trieste del poeta Umberto Saba, dotata di una grazia che deve piacere per essere apprezzata, è anche la Trieste del cinema, ritratta in centinaia di pellicole, usata come set anche senza dichiararl­o, venata di una malinconia di frontiera e sempre abbagliata da una luce accecante. Quella Trieste tante volte ritratta anche in pellicole di valore - da La ragazza di Trieste al Ragazzo Invisibile 1 e 2, dalle serie tv La porta rossa e C’era una volta la citta dei

matti... a La sconosciut­a e La miglior offerta del premio Oscar Giuseppe Tornatore da qualche anno è diventata meta turistica e protagonis­ta di visite guidate nate apposta per far scoprire una città che ha la settima arte nel proprio dna.

Gli itinerari possibili sono diversi, perché negli anni si sono moltiplica­te le pellicole girate in città e perché ai film si sono unite le serie non solo italiane e un passo in più è stato fatto grazie alle nuove tecnologie e alla virtual reality. Si possono scegliere vari «set», dalla Trieste del Ragazzo

invisibile di Gabriele Salvatores, che ha nell’enorme gru galleggian­te Ursus al porto l’immagine simbolo, al tour

Porta rossa, che ripercorre i luoghi della serie che vede protagonis­ta il commissari­o Cagliostro e la cui seconda stagione si sta girando in città proprio in questi giorni. Per questo tour, che tocca anche luoghi solitament­e inaccessib­ili, i visitatori indossano visori VR per poter vedere ciò che non potrebbero (come le sale della Prefettura o la famosa Ursus) e ascoltare la voce dei protagonis­ti. L’idea di questi tour in città è del critico cinematogr­afico Nicola Falcinella, che quattro anni fa ha bussato al Trieste Film Festival proponendo il format. Un primo tour in estate e da allora non si sono più lasciati. Anzi, le passeggiat­e cinematogr­afiche sono state adottate dalla Casa del Cinema con Esterno Giorno e ora le proposte sono varie. E oltre a Falcinella i tour sono condotti anche da un’altra critica, Elisa Grando. «I miei tour si fanno passeggian­do - spiega

Falcinella - sono percorsi cittadini. Ormai ne ho sei-sette che alterno. Poi sono nati il percorso del Carso con un minibus che parte da Trieste, poi il Zoran tour, sulle orme del film Zoran con Giuseppe Battiston, l’ultimo che abbiamo inaugurato a fine aprile e riprendere­mo sicurament­e è il percorso della Grande Guerra, tra Addio alle armi e il film di Monicelli. In città mi piace portare i turisti o i triestini a vedere il centro, ma anche l’ex ospedale psichiatri­co ora parco san Giovanni (dove è stata girata la fiction su Basaglia C’era una volta la città dei

matti...) le spiagge (dove sono stati girati il documentar­io sulla famosa spiaggia col muro uomini/donne del Pedocìn e Il ragazzo invisibile), viale XX Settembre, le Rive». La città si presta per molti motivi. «Sono stati girati abbastanza film - spiega ancora Falcinella - ma non troppi. Fare un tour di questo tipo è impegnativ­o perché devi vedere e rivedere i film e il fatto che non siano migliaia come a Roma aiuta. E poi non è come a Venezia: qui le zone sono ben distinte, è difficile sbagliarsi. Io parlo sia delle pellicole famose che dei tanti film dimenticat­i come

Corriere diplomatic­o con Tyrone Power, a metà tra il Terzo uomo e James Bond. Poi utilizzo anche dei filoni: i film letterari, “c’era una volta la città dei matti”, passione geopolitic­a, Ernesto di Salvatore Samperi tratto da Saba. Poi dipende anche da chi ho di fronte: se sono cinefili o persone che tornano, vado più in profondità, sennò racconto aneddoti. Come quello che riguarda il film Senilità, tratto da Italo Svevo: l’idea era di girarlo a Venezia, fu la nipote che si impuntò per girarlo a Trieste, nei luoghi del romanzo. Oppure la storia della Miglior offerta: Tornatore voleva girare a Vienna e ha scelto Trieste come ripiego. O ancora: Visconti usò la stazione di Campo Marzio per alcune scene di Morte a Venezia perché , essendo in stile liberty, era sicurament­e più adatta». Infine, si può guardare la città anche attraverso i luoghi che le hanno fatto «interpreta­re» al cinema: piazza Unità d’Italia è diventata Place Vendome, Trieste è stata Montecarlo nel film tv Rebecca di Riccardo Milani, un porto della Libia nel Paziente inglese o Spalato nel film su Ilaria Alpi. Nate d’estate, a giugno e luglio le passeggiat­e hanno il loro apice. Con tanti appuntamen­ti già in programma, disponibil­i sul sito www.casadelcin­ematrieste.it o alla pagina Facebook @esternogio­rno.it dove è già possibile prenotarsi (i prezzi variano da 5 a 25 euro a persona, info: +39 3394535962). Per vivere la magia del cinema, alla luce.

Suggestion­i

Ci sono tour letterari, con pellicole tratte da libri come Senilità o Ernesto, e tour del parco San Giovanni (l’ex Opp). Poi il tour delle spiagge, dove ha Salvatores ha girato Il ragazzo invisibile e dove è stato girato il documentar­io sul Pedocìn

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Nuove visioni Nella foto grande, viaggiator­i con gli occhiali della VR. Sotto, da sinistra, La Porta Rossa, Il Padrino - Parte II e Salvatores e Il ragazzo invisibile

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