Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Le note di Schiff poi la Società dei concerti si «congela»
Sabato un ultimo concerto del pianista András Schiff, poi lo stop dopo 35 anni di attività. La Società Veneziana di Concerti si «congela» in attesa di tempi migliori. Ma non si scioglie. Sulle note di Bach, Mozart, Beethoven, Brums e Shubert dalla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, dove è stata ospitata per due stagioni dopo lo strappo con La Fenice, la società si ferma nonostante i conti in pareggio e i suoi 175 abbonati. Una «gioiosa cerimonia funebre», l’ha battezzata il presidente Paolo Cossato. «Stiamo chiudendo una pratica ma con dignità - spiega - non ci sono più ragioni per continuare l’attività ma se ci sarà l’occasione ci rimboccheremo di nuovo le maniche». Il motivo è economico: la fortissima incidenza fiscale che si mangia il 77 per cento degli incassi, il calo demografico, il venir meno de contributi pubblici. Il calendario di musica da camera era nato nel 1984 da una costola dell’assessorato alla Cultura del Comune. Nel tempo i 300-400 milioni di lire di contributo si sono man mano ridotti fino all’era Cacciari quando l’attività fu esternalizzata. «Abbiamo pagato il fatto di non aver guardato alla speculazione turistica ma di aver lavorato per i veneziani», aggiunge il presidente. Il colpo di grazia è venuto due anni fa con l’addio alla Fenice. «Il sovrintendente Cristiano Chiarot disse che mancava un progetto - dice Cossato - certo non potevamo presentarlo finché non ci confermava le date per avere le sale. Poi nacque Musikamera da una società nuova che era una costola della Fenice». Accuse che il neo sovrintendente Fortunato Ortombina ha rimandato al mittente, dicendo che è stata la società a rifiutare l’accordo. (e. lor.)