Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Vargas Llosa, prof ad honorem «I nazionalismi? Un pericolo»
VENEZIA Auditorium pieno e una coda in campo Santa Margherita. Ieri tantissmie persone, tra studenti, professori e semplici cittadini, volevano ascoltare le parole di Mario Vargas Llosa, il famosissimo scrittore di origine peruviana premio Nobel per la letteratura nel 2010. Vargas Llosa è stato invitato dall’Università di Ca’ Forscari nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni dalla fondazione dell’Ateneo e allo scrittore, ieri, è stato conferito l’Honorary fellowship, che di fatto lo nomina membro onorario del corpo docente.
Per quanto l’incontro fosse fissato per mezzogiorno, gli ammiratori dello scrittore – peruviano di nascita ma naturalizzato spagnolo dopo il colpo di stato di Alberto Fujimori nel 1992 che lo costrinse prima alla fuga a Parigi e quindi in Spagna – hanno trovato il modo di essere all’Auditorium di Santa Margherita nonostante gli impegni di studio e lavoro. In molti però non sono riusciti ad entrare proprio per l’incredibile affluenza. Vargas Llosa non ha però solamente ricevuto l’onoreficenza di Ca’ Foscari, ma per quaranta minuti è salito sul palco e ha affrontato temi e questioni di assoluta attualità, a partire dal ritorno dei nazionalismi in un’Europa di cui il premio Nobel è un convinto sostenitore.
«Sono molto preoccupato per il riaffarciarsi e il riemergere dei nazionalismi - ha sottolineato - minano pericolosamente la costruzione dell’Unione Europea». Contrario all’indipendenza della Catalogna, Llosa teme che il ritorno dei governi di campanile netta a rischio la democrazia nel vecchio continente. Dei libri e, in generale della letteratura, invece, Vargas Llosa ieri ha dato il suo punto di vista «Imparare a leggere è stata la cosa più importante che mi sia successa, a cinque anni. La letteratura è una forma di vita, è un modo di vivere, insegna a pensare e porta in sé il seme della rivoluzione, del cambiamento». (g. b.)