Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Il Tar: deposito Gpl autorizzazione regolare «Ma la guerra continua»
Veronese: appello al governo. E i nuovi ministri sono 5s
VENEZIA Il primo round giudiziario, al Tar, l’ha vinto Costa Bioenergie. Ma di sicuro ce ne sarà un secondo di fronte al Consiglio di Stato e soprattutto, per bloccare il deposito Gpl di Chioggia, il Comune tenterà anche la via politica, visto che entrambi i ministeri competenti – quello dello Sviluppo economico e quello delle Infrastrutture – sono ormai «amici»: il primo è guidato addirittura dal leader del M5S Luigi Di Maio, il secondo dall’altro pentastellato Danilo Toninelli. «Abbiamo già chiesto loro un incontro ed esporremo tutte le criticità del progetto e dell’iter autorizzativo», assicura il vicesindaco di Chioggia, Marco Veronese.
Ieri però il Tar del Veneto ha segnato un punto importante a favore della società del gruppo emiliano Socogas, confermando che fino a oggi la procedura seguita è stata corretta e che l’azienda ha tutti i titoli per proseguire nei lavori, giunti intorno al 70 per cento: tanto che Costa Bioenergie stima di riuscire a chiudere il cantiere per fine anno e di poter rendere l’impianto operativo, dopo i collaudi, per inizio 2019. I giudici dovevano infatti decidere su due ricorsi incrociati: uno di Costa Bioenergie contro l’ordinanza con cui il 7 maggio di un anno il Comune aveva imposto la demolizione del cantiere; l’altro del Comune stesso contro la proroga concessa dal ministero dello Sviluppo economico all’autorizzazione già data il 26 maggio 2015. Il Tar ribadisce che quell’autorizzazione è regolare e onnicomprensiva, cioè vale anche come via libera edilizio e paesaggistico. Ed è per questo che annulla l’ordinanza del Comune, «adottata – dice la sentenza – sul presupposto, erroneo, dell’inesistenza dell’autorizzazione paesaggistica». In realtà era stata la stessa Soprintendenza, con una nota
L’azienda Ora si apra un dialogo costruttivo tra tutte le parti interessate
del 5 maggio 2017, a sollevare il problema del proprio mancato coinvolgimento. Ma all’udienza l’Avvocatura dello Stato ha smentito quella nota, affermando che quando fu scritta c’era «inconsapevolezza» dell’iter istruttorio seguito fino ad allora. E cioè che il ministero aveva convocato il Comune in due conferenze di servizi tra 2014 e 2015, concluse con il via libera al progetto, e che sarebbe eventualmente spettato all’amministrazione chiedere un parere alla commissione di Salvaguardia, organismo di cui fa parte la Soprintendenza. Cosa che il Comune di Chioggia non ha fatto. Dunque l’ok è corretto ed è corretta anche la proroga.
«Costa Bioenergie auspica che possa attivarsi un dialogo costruttivo tra tutte le parti interessate, per consentire di lavorare con la maggior serenità possibile e trovare forme e modi di collaborazione nell’interesse della comunità locale», dice l’azienda. Ma Veronese non molla: «Faremo sicuramente ricorso al Consiglio di Stato - spiega - perché siamo convinti che fosse onere del ministero invitare la Soprintendenza alla conferenza di servizi. Tra l’altro in quell’area vige anche un piano regolatore portuale, che prevede il bunkeraggio, non un deposito, e il Porto più volte si è detto scettico. Infine la banchina, oltre ad essere ancora sequestrata per alcuni metri, non è collaudata».