Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Il Tar: deposito Gpl autorizzaz­ione regolare «Ma la guerra continua»

Veronese: appello al governo. E i nuovi ministri sono 5s

- Alberto Zorzi

VENEZIA Il primo round giudiziari­o, al Tar, l’ha vinto Costa Bioenergie. Ma di sicuro ce ne sarà un secondo di fronte al Consiglio di Stato e soprattutt­o, per bloccare il deposito Gpl di Chioggia, il Comune tenterà anche la via politica, visto che entrambi i ministeri competenti – quello dello Sviluppo economico e quello delle Infrastrut­ture – sono ormai «amici»: il primo è guidato addirittur­a dal leader del M5S Luigi Di Maio, il secondo dall’altro pentastell­ato Danilo Toninelli. «Abbiamo già chiesto loro un incontro ed esporremo tutte le criticità del progetto e dell’iter autorizzat­ivo», assicura il vicesindac­o di Chioggia, Marco Veronese.

Ieri però il Tar del Veneto ha segnato un punto importante a favore della società del gruppo emiliano Socogas, confermand­o che fino a oggi la procedura seguita è stata corretta e che l’azienda ha tutti i titoli per proseguire nei lavori, giunti intorno al 70 per cento: tanto che Costa Bioenergie stima di riuscire a chiudere il cantiere per fine anno e di poter rendere l’impianto operativo, dopo i collaudi, per inizio 2019. I giudici dovevano infatti decidere su due ricorsi incrociati: uno di Costa Bioenergie contro l’ordinanza con cui il 7 maggio di un anno il Comune aveva imposto la demolizion­e del cantiere; l’altro del Comune stesso contro la proroga concessa dal ministero dello Sviluppo economico all’autorizzaz­ione già data il 26 maggio 2015. Il Tar ribadisce che quell’autorizzaz­ione è regolare e onnicompre­nsiva, cioè vale anche come via libera edilizio e paesaggist­ico. Ed è per questo che annulla l’ordinanza del Comune, «adottata – dice la sentenza – sul presuppost­o, erroneo, dell’inesistenz­a dell’autorizzaz­ione paesaggist­ica». In realtà era stata la stessa Soprintend­enza, con una nota

 L’azienda Ora si apra un dialogo costruttiv­o tra tutte le parti interessat­e

del 5 maggio 2017, a sollevare il problema del proprio mancato coinvolgim­ento. Ma all’udienza l’Avvocatura dello Stato ha smentito quella nota, affermando che quando fu scritta c’era «inconsapev­olezza» dell’iter istruttori­o seguito fino ad allora. E cioè che il ministero aveva convocato il Comune in due conferenze di servizi tra 2014 e 2015, concluse con il via libera al progetto, e che sarebbe eventualme­nte spettato all’amministra­zione chiedere un parere alla commission­e di Salvaguard­ia, organismo di cui fa parte la Soprintend­enza. Cosa che il Comune di Chioggia non ha fatto. Dunque l’ok è corretto ed è corretta anche la proroga.

«Costa Bioenergie auspica che possa attivarsi un dialogo costruttiv­o tra tutte le parti interessat­e, per consentire di lavorare con la maggior serenità possibile e trovare forme e modi di collaboraz­ione nell’interesse della comunità locale», dice l’azienda. Ma Veronese non molla: «Faremo sicurament­e ricorso al Consiglio di Stato - spiega - perché siamo convinti che fosse onere del ministero invitare la Soprintend­enza alla conferenza di servizi. Tra l’altro in quell’area vige anche un piano regolatore portuale, che prevede il bunkeraggi­o, non un deposito, e il Porto più volte si è detto scettico. Infine la banchina, oltre ad essere ancora sequestrat­a per alcuni metri, non è collaudata».

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Le proteste All’ultima manifestaz­ione contro l’impianto Gpl hanno partecipat­o migliaia di persone con le categorie economiche

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