Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Credito cooperativo, altolà alla controriforma: «Lo stop? Catastrofico»
Successo per il collocamento, la società padovana valutata 720 milioni
VENEZIA «Sulla strada della riforma sono stati compiuti passi irreversibili. Uno stop ora sarebbe catastrofico». Flavio Stecca, presidente di Banca Centroveneto, è solo una delle voci tra gli addetti ai lavori del credito cooperativo, da cui viene un deciso no al blocco della riforma ormai in dirittura d’arrivo per la costituzione dei due gruppi bancari di Iccrea e Cassa Centrale Banca.
PADOVA Carel Industries, la società di Brugine (Padova) dei componenti di controllo per gli impianti di condizionamento e refrigerazione, presieduta da Luigi Rossi Luciani, ha concluso con successo ieri l’offerta di azioni agli investitori istituzionali in vista dell’avvio della quotazione sul segmento Star di Borsa Italiana che inizierà lunedì. Nonostante il momento di incertezza per i mercati indotto dall’avvio del nuovo governo Lega-Cinque Stelle, il collocamento non è stato fermato. Ed anzi è andato in porto ad un prezzo di 7,2 euro per azione, in mezzo alla «forchetta» fissata tra 6,7 e 7,8 euro, con una domanda di 4,5 volte le azioni disponibili ed una valutazione attribuita alla società di 720 milioni di euro. Un test importante, quello di Carel, perché dal suo esito positivo dipendeva la possibilità di poter confermare le molte quotazioni in Borsa in calendario da qui a fine anno.
Nel periodo di collocamento concluso ieri sono pervenute richieste di 89 investitori italiani ed esteri per 158,65 milioni di azioni. Quelle assegnate sono state 40,25 milioni su cento milioni totali, a favore di 87 richiedenti, di cui 21,185 milioni vendute da Rossi Luciani (che detiene il 60,53% del capitale e che scenderà al 36%) e 13,824 milioni dall’amministratore delegato, Luigi Nalini, possessore del rimanente 39,47 (che scenderà al 23%%). Alle due famiglie azioniste, se andrà in porto anche l’opzione Greenshoe di un’ulteriore vendita di 5 milioni di azioni, andranno 290 milioni di euro. Sulla base dello schema di voto maggiorato già adottato, i due azionisti deterranno il 45 e il 30 per cento dei diritti di voto.
Fra i programmi di Carel vi è, in particolare, una crescita per linee esterne attraverso l’acquisizione di piccole aziende exraeuropee, più facilmente negli Usa e in Cina. L’azienda redistribuirà agli azionisti, a quotazione avvenuta, fra il 30% ed il 35% degli utili. Il fatturato 2017 di Carel ha superato i 255 milioni.