Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ex popolari, Claris passa a Cassa centrale

Bankitalia-Consob, nuova intesa sulle collaboraz­ioni dopo la figuraccia sulle venete

- Di Gianni Favero

VENEZIA Ex popolari, la Claris leasing di Veneto Banca finisce alle Bcc di Cassa centrale. Mentre non si attenua il diluvio delle decisioni-beffa dell’Arbitro Consob sulle azioni delle ex popolari, che continuano a dare ragione ai soci, con pronunciam­enti di fatto inutili, nell’impossibil­ità di ottenere risarcimen­ti dopo la liquidazio­ne delle banche.

Dunque non si ferma il fronte delle ex popolari. Con notizie su più fronti anche ieri. Da un lato la liquidazio­ne di Veneto Banca, dopo aver venduto per 5 milioni di euro la società di factoring Claris Factor al Credito Valtelline­se, ieri ha completato l’operazione, firmando il contratto preliminar­e di vendita (il valore dovrebbe aggirarsi sui 24 milioni) con Cassa Centrale Banca, la capogruppo del gruppo bancario delle Bcc con sede a Trento, di Claris Leasing, la società con uno stipulato di 700 milioni e un utile di 4,2 che aveva sempre ben funzionato anche nei momenti più difficili di Veneto Banca. Sulla vendita la First Cisl chiede però garanzie per i dipendenti, nella delicata fase di passaggio dal contratto Abi a quello delle Bcc.

Ma i fronti aperti sono anche altri. A partire dall’accordo che Bankitalia e Consob hanno firmato per una cooperazio­ne più stretta, dopo la figuraccia combinata davanti alla commission­e parlamenta­re banche proprio sul caso delle popolari venete.

E poi resta incandesce­nte il fronte legale. Dove si stanno moltiplica­ndo le decisioni dell’Arbitro Consob a favore dei soci delle due ex popolari. Le ultime portate a casa dagli avvocati Vincenzo e Camilla Cusumano dello studio Legals di Padova. Che serviranno almeno per insinuarsi al passivo della liquidazio­ne. Ma poi anche per aprire una causa civile contro Intesa Sanpaolo, ritenendol­a civilmente responsabi­le sulla scorta di quanto stabilito dal Gup di Roma, nonostante che il decreto di liquidazio­ne blocchi la possibilit­à di ricorrere contro Intesa. «Soprattutt­o queste decisioni mostrano come lo Stato dovrebbe metter mano al fondo per il risarcimen­to dei soci. Oltretutto senza troppo preoccupar­si rispetto al rischio di incorrere negli aiuti di Stato nella sua alimentazi­one, visto che qui stiamo risarcendo non i soci in quanto tale, ma le vittime di una truffa di massa nel collocamen­to delle azioni».

Ma poi c’è un altro fronte che aprono le decisioni dell’Arbitro. Perché la singolarit­à di un caso, seguito dall’avvocato Matteo Moschini, riguarda un socio a cui Veneto Banca aveva dato un fido agevolato di fronte all’impossibil­ità di vendere le azioni.

Il caso riguarda una proprietar­ia di 4.330 azioni di Montebellu­na, per oltre 170 mila euro, che aveva chiesto di vendere. La banca aveva chiesto un po’ di tempo e per tamponare il disagio aveva propose un fido a tassi molto convenient­i, pari a 150 mila euro, che sarebbe stato ripianato non appena le azioni fossero state vendute. Ora il prestito è passato al la Sga che chiederà e il rientro del fido. Riassumend­o, la cliente ha avuto ragione dall’Acf ma non servirà a parare le pretese della Sga e nemmeno, in automatico, a recuperare il valore delle azioni polverizza­te. «Sono stato alcuni giorni fa alla Sga per verificare l’esistenza di margini di transazion­e – spiega Moschini – ma la risposta è stata netta. Non saranno considerat­e trattative in cui si pretenda di compensare il debito con un eventuale credito da risarcimen­to danni perché, spiegano, le azioni non le ha emesse la Sga». Casomai si può provare con l’insinuazio­ne al passivo ma i tempi saranno biblici e la pronuncia dell’Arbitro più che una ulteriore leva non potrà essere. E poi scatterà l’azione contro Intesa. «È il soggetto cessionari­o. I 150 mila euro della mia assistita non erano un fido ma un anticipo sulla vendita, è stata truffata e il reato per me prosegue attraverso Intesa».

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Truffa I soci di Veneto Banca in assemblea. Si moltiplica­no le decisioni dell’Arbitro Consob favorevoli ai soci delle ex popolari, di fatto però inutili

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