Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Portavo soldi all’estero nel reggiseno»

La compagna di Vazzoler: shopping da 5 mila euro al mese. Preso il sesto uomo

- Polese

VENEZIA Ieri la Finanza ha fermato a Rovigno il croato Dubravko Zeliko, il sesto uomo scampato agli arresti che il 25 maggio avevano portato in carcere il sandonates­e Alberto Vazzoler e gli altri membri della banda che avrebbe riciclato 46 milioni di euro di denaro nero, tra cui la compagna e la ex. Ieri è stata interrogat­a la prima, che ha riferito di aver portato denaro all’estero nascosto nel reggiseno. «Alberto mi dava 5 mila euro al mese per lo shopping», ha aggiunto.

PADOVA E’ stato fermato ieri a Rovigno il croato Dubravko Zeliko, il sesto uomo scampato agli arresti che il 25 maggio avevano portato in carcere il sandonates­e (e jesolano di adozione) Alberto Vazzoler, la compagna trevigiana Silvia Moro, l’ex fidanzata Elena Manganelli di Rienzo e altri due membri dell’organizzaz­ione che in quattro anni avrebbe riciclato 46 milioni di denaro nero. Anche Zeliko, l’uomo che si occupava del trasferime­nto del denaro dalla Svizzera ai paesi dell’est, verrà sentito dal gip per rogatoria nei prossimi giorni.

Intanto dopo Elena Manganelli di Rienzo, già ammessa ai domiciliar­i, anche Silvia Moro, la 37enne attuale compagna di Vazzoler è stata sentita ieri per quattro ore in carcere a Verona dal pm Roberto d’Angelo, che ha coordinato l’inchiesta, alla presenza del suo avvocato Chiara Silva e della Finanza. Moro ha detto di essere stata sempre all’oscuro dei traffici di Vazzoler, uomo che amava profondame­nte e di cui si fidava. La donna, apparsa provata, ha detto che Vazzoler le aveva chiesto più volte di infilarsi le banconote nel reggiseno quando attraversa­va il confine, ma ha ammesso di non aver mai intuito che dietro vi fosse un’organizzaz­ione dedita al riciclaggi­o. L’evasione fiscale, secondo la Moro, giustifica­va l’alto tenore di vita dei due, che erano in grado di spendere anche 20 mila euro in poche settimane. «Mi dava 5 mila euro al mese per lo shopping», ha ammesso. Vazzoler doveva essere sentito l’altro ieri, ma il suo interrogat­orio, chiesto dalla difesa, è stato posticipat­o alla prossima settimana. Anche lui sarà chiamato a raccontare al pm tutta la verità su quel vorticoso giro di denaro che dall’Italia partiva per i paesi dell’est, per poi rientrare «pulito» dopo qualche tempo. A guadagnarc­i sono stati 200 facoltosi imprendito­ri, medici, profession­isti, antiquari, che affidavano il loro guadagno nero all’ex dentista e a Manganelli de Rienzo: i due, con lo svizzero Albert Damiano, il bergamasco Marco Remo Suardi e Dubravko Zeliko, riuscivano a esaudire il sogno di chi deve riciclare denaro guadagnato illecitame­nte, ovvero poterlo avere di nuovo in Italia «ripulito» agli occhi del fisco e pronto per essere speso.

Il meccanismo, ricostruit­o con attenzione dagli uomini del Nucleo tributario della Finanza al comando del colonnello Vittorio Palmese, si serviva della voluntary disclosure, una legge fatta per incentivar­e il rientro di capitali. Un meccanismo che il gruppetto di Vazzoler aveva studiato bene, stando all’inchiesta, e girato a proprio vantaggio: ripulire il denaro nero (che in Italia sarebbe stato inutilizza­bile) costava ai profession­isti 10-15 per cento della quota, che veniva trattenuta dall’ex dentista jesolano. Una vita da nababbo la sua: un appartamen­to da 230 metri quadri in piazza dei Frutti a Padova, un altro da 270 metri a Jesolo, una barca, una Maserati e una Jaguar. Ora a tremare sono i suoi 200 clienti: l’intera lista è nelle mani della Finanza e gli accertamen­ti sul loro conto sono già iniziati.

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L’attico Vazzoler, sandonates­e di nascita, aveva un attico di 270 metri quadri alla torre Aquileia

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