Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Riparte la Tav, imprese schierate «Va difesa con tutte le forze»
Il nuovo feeling tra Confindustria e Zaia. M5S nel mirino: «Vende sogni»
VENEZIA A Roma si dice che le chiacchiere «stanno a zero» ma nei primi convulsi giorni di vita del governo pentastellato, le dichiarazioni (opposte) di Lega e M5S si rincorrono e deflagrano in Veneto. E di chiacchiere, francamente, se ne fanno tante. L’argomento è uno solo: le grandi opere, quelle infrastrutture che per il governatore Luca Zaia, ma anche per il «capitano» Matteo Salvini, come confermano i fedelissimi, non sono in discussione. Men che meno la Tav di cui si è firmato nei giorni scorsi il contratto per il primo lotto Brescia-Verona. Il Carroccio schierato a testudo romana: compatto e agguerrito. Tanto che il ministro vicentino alle Autonomie Erika Stefani, mentre studia il dossier Tav, anticipa: «Sto con Zaia, nessun dubbio». E il collega alla Famiglia, il veronese Lorenzo Fontana, aveva già scandito che al pentastellato Danilo Toninelli alla guida del Mit, il il ministero alle Infrastrutture e Trasporti, sarà affiancato un uomo forte del Carroccio come sottosegretario. Vigilanza altissima sul tema più caldo: le strade, ferrate e non, per far correre la «ripresina». Succede, così, che gli industriali, saldamente su posizioni renziane, per così dire, e con un’adorazione mal celata per l’ex ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, vivano un nuovo momento di autentica passione per Zaia: «Chiariamo un punto: grandi opere e infrastrutture sono una premessa imprescindibile per lo sviluppo del Veneto. - chiosa Luciano Vescovi alla guida di Confindustria Vicenza - Penso alla Pedemontana, per noi importantissima su cui Zaia si è sempre impegnato. E’ stato esemplare. E poi siamo seri, anche sulla Tav, ci sono dei contratti firmati, una parte di opere già cantierate. Considero la posizione di tutti i politici nazionali ancora propagandistica. Atteniamoci ai fatti certi, gli annunci non ci interessano. Noi abbiamo come riferimento Zaia e sta dimostrando di essere vicino alle imprese». «Chiacchere a zero», meglio i fatti, si diceva. Va giù duro anche il presidente regionale di Confindustria, Matteo Zoppas: «E’ finito il periodo elettorale: cominciamo a guardare al futuro e non a dopodomani, gli investimenti in infrastrutture di cui beneficia la popolazione prima ancora delle imprese sono fondamentali per garantire progresso competitività.
Parla addirittura di «ultima chance per agganciare il Veneto al nuovo triangolo produttivo Milano-Venezia-Bologna», Agostino Bonomo di Confartigianato: «Senza Tav rischiamo l’emarginazione. ammonisce - Non assisteremo da semplici osservatori a quanto potrà succedere in tema Tav e Pedemontana Veneta». Le imprese alzano la voce e gli alleati leghisti scelgono toni diplomatici ma non meno taglienti. Nicola Finco, capogruppo della Lega a Palazzo Ferro Fini, spiega: «Ora, non è che si possa bloccare il paese perché è arrivato Toninelli. E il neo ministro verrà a più miti consigli fra un po’, quando si misurerà sulla realtà di chi amministra. Il M5S deve capire che non è più all’opposizione, ora deve essere più prudente e non vendere sogni». Il leghista vicentino Marino Finozzi guida la prima commissione in consiglio regionale ed è noto per i modi felpati, l’eleganza mai gridata: «Jacopo Berti, capogruppo M5S in consiglio non ha ancora capito che fare politica non significa accusare qualcun altro di agire in modo losco. La Tav, se Vicenza vuole uscire dal ruolo di Cenerentola del Veneto, dobbiamo avere il coraggio di completarla».
Un consiglio ai pentastellati dall’assessore regionale al lavoro di FI Elena Donazzan: «La politica delle barricate crea un danno, se gridi al lupo al lupo, va a finire che non ti si crede più. Con la Tav, parliamo di ammodernare l’Italia, punto». Angela Colmellere, neo deputata del Carroccio, trevigiana chiude con ottimismo: «Prevarrà il buon senso».
Grandi opere
No, compatto delle categorie economiche al blocco della Tav e della Pedemontana