Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Carenza di giudici udienze «bloccate»: arriva la bocciatura
Quando, tre mesi fa, la notizia uscì sui giornali, le polemiche furono immediate. Di fronte alla grave crisi di numeri dell’ufficio Gip di Venezia – che attende ancora la nomina del presidente (Giuliana Galasso è andata in pensione a ottobre) e il rientro di un magistrato dalla maternità per tornare a pieno organico – la presidente del tribunale Manuela Farini aveva firmato un provvedimento che, accogliendo la richiesta dei colleghi, «sospendeva» per sei mesi, fino a settembre, le udienze in cui gli imputati non fossero in misura cautelare e così anche con le richieste di archiviazione della procura. Questo perché stabiliva una decisa priorità nella trattazione dei fascicoli. Subito gli avvocati erano insorti, ma il colpo di grazia l’ha dato nei giorni scorsi il consiglio giudiziario, che ha bocciato il provvedimento: tanto che infatti al Gip sono ricominciate le fissazioni delle udienze «ordinarie».
Il consiglio giudiziario è una sorta di «mini-Csm» locale, guidato dal presidente della Corte d’appello di Venezia Ines Marini e composto da magistrati e avvocati, che decide, tra le altre cose, sui provvedimenti organizzativi. Quello del Gip di Venezia è stato bocciato perché la maggioranza del consiglio ha deciso che fosse sbagliato sia nel merito, in quanto non avrebbe risolto la situazione ma anzi peggiorata, che nel metodo, visto che era mancata una condivisione precedente. La tesi sottesa a quel testo era che, come avviene con i codici colorati in un pronto soccorso, devono essere date delle priorità di «cura» anche nella giustizia. Ma se il fine poteva anche essere ammissibile, non lo è stata la modalità per raggiungerlo.
Lo stop alle udienza era stato uno dei provvedimenti per venire incontro alle esigenze dei gip. In precedenza era stato anche deciso un taglio del numero delle udienze, passate da 6 a 4 al mese, legato però alle carenze del personale: così come era stato ridotto l’orario di apertura delle cancellerie, da 4 a 2 ore, salvo urgenze. (a. zo.)