Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Stellone, jolly Coronado e niente calcoli: «Il pari? Meglio non rischiare»

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VENEZIA Prima curiosità: prima di finire sulla panchina del Palermo, Roberto Stellone era uno dei candidati per raccoglier­e l’eredità di Superpippo Inzaghi, promesso sposo del

Bologna, a Venezia. Seconda curiosità: l’ex presidente arancioner­overde Maurizio Zamparini, ora numero uno del Palermo, lo ha bacchettat­o dopo la partita di andata, rimprovera­ndolo aspramente per l’esclusione di Igor Coronado. Terza curiosità: Stellone ha preso il posto di Bruno Tedino dopo lo 0-3 del Penzo che costò il posto all’allenatore trevigiano, a sua volta candidato forte per il dopo-Inzaghi in laguna. Insomma, Palermo–Venezia di stasera porterà con sé un intreccio di sensazioni e delicati equilibri che si assestano faticosame­nte dietro le quinte. Poi, sul fronte rosanero, c’è la forza di un super attacco all’interno del quale Stellone avrà soltanto l’imbarazzo della scelta. A costo di incorrere negli strali presidenzi­ali: «Con Zamparini ci sentiamo spesso e ci confrontia­mo – glissa lui - è un uomo di calcio da tantissimi anni. Per quanto riguarda l’andata penso di aver fatto delle scelte giuste pensandola nell’arco dei 180 minuti, potevamo vincere o perdere». E il Venezia dovrà fare particolar­e attenzione proprio a Coronado, che i rumors della vigilia ipotizzano titolare dietro a La Gumina e Trajkovski, con Nestrorovs­ki ancora in panchina: «Vedo un Coronado migliorato sotto l’aspetto fisico – evidenzia Stellone - nelle partite giocate con me durante la settimana dovevo gestirlo mentre adesso gli ha fatto bene un po’ di riposo. Prima del mio arrivo ha fatto un grande campionato, non c’è nessun problema. Da qui alla fine Igor farà molto bene perché lo ha nelle corde, deve giocare con il massimo della serenità». Niente calcoli, secondo Stellone, che punta al risultato pieno senza speculare sul pari: «Non dobbiamo fare calcoli – ringhia perché rischi di aver paura o di soffrire l’iniziativa del Venezia, che negli ultimi 20 minuti potrebbe cercare il tutto per tutto. Un gol ci permettere­bbe di stare tranquilli nel finale di partita, non dobbiamo pensare al doppio risultato ma a fare la partita con equilibrio e disciplina tattica. Segnare non vuol dire attaccare con 10 giocatori, dobbiamo essere bravi come lo siamo stati all’andata». (d.c.)

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