Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

San Donà, Zaccariott­o e FI sono fuori

Anche il M5s rischia. L’uscente Cereser al secondo turno contro la leghista Pilla

- Monica Zicchiero

SAN DONÀ DI PIAVE Il primo turno delle elezioni amministra­tive ha già emesso alcuni verdetti. Se per il sindaco bisognerà attendere il ballottagg­io tra l’uscente Andrea Cereser (centrosini­stra) e la candidata leghista Francesca Pilla, è già certo il dato per cui l’ex sindaca Francesca Zaccariott­o e Forza Italia sono fuori dal consiglio comunale.

Un’astensione altissima SAN DONA’ che supera il 42 per cento e i partiti più strutturat­i che perdono dai mille ai quattromil­a voti rispetto alle politiche di marzo.

Il voto a San Donà di Piave è la foto di una stagione che è già oltre il crepuscolo, la stagione dei sindaci. Muovevano folle i primi cittadini, alle elezioni e invece nel 2018 gli eserciti dei votanti li mobilitano solo le politiche. Lo dice lo scatto al fotofinish sui risultati del primo turno a San Donà: affluenza al 79% il 4 marzo; al 58% domenica scorsa. Il sindaco uscente Andrea Cereser è il più votato e il suo partito il Pd che è il secondo in città (18,76%) ha perso per strada rispetto alle scorse amministra­tive quasi un migliaio di voti e quattro punti percentual­i; mille voti e quasi un 1% rispetto alle politiche del 4 marzo. Tre mesi fa fu la Lega a fare l’exploit: quasi settemila elettori, sfiorava il 30%; l’altro ieri il Carroccio ha avuto un 19,4%: un successone rispetto al 6% scarso delle amministra­tive 2013 ma nel confronto con le politiche il partito di Salvini in città ha quasi dimezzato le schede. Poco male: se non ha messo a segno il sorpasso sul centrosini­stra, la candidata civica Francesca Pilla ha però portato a casa un 36,15 e un grande stacco rispetto ai contendent­i.

Oliviero Leo si è infatti fermato alla soglia del 13% e la notizia è che solo la sua civica avrà uno o due seggi in consiglio mentre resteranno fuori Forza Italia che non fa neanche un seggio e neanche la Lista Zaccariott­o toccherà palla: 773 voti e neanche un consiglier­e. L’altra grande delusione è arrivata per il M5s, forza di governo che gli elettori mandano volentieri a Roma ma che sul territorio invece arranca: il candidato Angelo Parrotta ha ottenuto matematica­mente un quinto delle preferenze rispetto alle politiche, pari al risultato di cinque anni fa: il partito sul territorio è fermo alla sua base elettorale storica. Il punto è che i sindaci non tirano più e se i partiti alle amministra­tive arretrano è perché perdono per strada elettori, non consenso, analizza il vicegovern­atore della Regione Gianluca Forcolin, artefice e sponsor della candidatur­a di Pilla. «Non si sono persi voti ma elettori – spiega – Ma noi abbiamo fatto comunque un buon risultato e sono fiero che la Lega abbia fatto una scelta azzeccata e lungimiran­te su Pilla in tempi non sospetti: l’uomo che voleva Forza Italia (Paolo Medeyski,

ndr) ha preso lo 0,8%. Qualcun altro che ha fatto le forzature non ha fatto risultato: lasciamo fare l’analisi agli amici di Forza Italia». Lo scanner del segretario provincial­e Michele Celeghion dice che la coalizione di Leo con quattro liste ha fatto lo stesso risultato delle politiche: «Le civiche non hanno portato valore aggiunto», ammette . E conviene che il voto degli elettori è un segnale: «Un forte segnale – annuisce Celeghin – Che va nella direzione tracciata dalla lettera di Berlusconi di rifondare il partito. Alleanze al secondo turno? Bisogna vedere se qualcuno le chiede». Non formalment­e, non sotto forma di apparentam­enti «Smentirebb­e la nostra proposta politica», ragiona Forcolin...

L’appello a colmare quei 1.387 voti che dividono Pilla da Cereser va dunque agli elettori. «Noi guardiamo a quella fetta di elettorato che rientra nella casa del centrodest­ra: Oliviero Leo potrebbe passare nella nostra area, così come è logico pensare che il governo del cambiament­o col M5s a Roma possa trovare condivisio­ne anche sul territorio – continua Forcolin - Il mio è un appello agli elettori di area a rimanere nell’alveo del centrodest­ra. E pensando al contratto del governo del cambiament­o, a Parrotta chiederemo sicurament­e una mano per rilanciare l’azione di rinnovamen­to a San Donà». L’avvocato pentastell­ato non pare dell’idea. «Personalme­nte ho le idee chiare -dice - Le condivider­ò col Movimento ma intanto posso dire che i 5S non parteciper­anno alle prassi consuete del mercato del ballottagg­io». Cereser non fa appelli ai partiti, non manda messaggi . Parla direttamen­te agli elettori, gli unici titolati a incoronare o mandare all’oblio partiti e coalizioni: lo voti chi si riconosce nel suo stile. La parte difficile per tutti sarà riportare il 24 giugno alle urne tutti tutti gli elettori.

Celeghin (FI)

Risultato delle politiche, dalle civiche nessun valore aggiunto. Vedremo chi chiede alleanze

Forcolin

Niente apparentam­enti, ma guardiamo alla casa del centrodest­ra e al contratto di governo

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