Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Uniti governerem­mo di già Ora i Cinque stelle come a Roma»

La candidata del Carroccio: «Sicurezza, sport e donne, valorizzia­mo San Donà»

- Gi. Co.

Vestita di blu SAN DONÀ DI PIAVE elettrico e ancora carica adrenalini­ca, la candidata leghista Francesca Pilla ieri mattina non mostrava segni di cedimento: «Abbiamo appena cominciato, è ancora lunga», ripeteva a chi cercava di indovinarl­e la stanchezza in viso. «Io sono una new entry, eppure la mia lista ha fatto meglio di tanti simboli nazionali».

Ma si sarebbe potuto fare di più, magari con un centrodest­ra compatto?

«Chiaro che la destra unita a quest’ora poteva essere già in Comune. Quello che dispiace è che siano emersi alcuni personalis­mi e ora ci ritroviamo a rischiare di perdere di nuovo il municipio per una rivalità legata al passato, quella tra Francesca Zaccariott­o e Gianluca Forcolin, che non c’entra con me». In vista del secondo turno però è possibile un fronte unito? Avete già avuto contatti in questo senso?

«Ora stiamo guardando i risultati di ciascuno, ma a brevissimo ci si trova e si fa quadrato: sarà positivo tutto quello che porterà ad una condivisio­ne del nostro programma, quindi porte aperte sia al gruppo di Oliviero Leo che al M5S. Il bene della città è il bene di tutti».

Quindi è possibile che anche a San Donà Lega e Cinque Stelle si trovino affiancati?

«Direi proprio di sì: sono tutte persone moderate, quindi penso sarà riproducib­ile il modello Paese. A Parrotta ad esempio piace la mia idea di copertura della piazza, così come con Leo condividev­amo il progetto per l’ospedale».

L’importante è cambiare amministra­zione, quindi. Quali sono le «colpe» del sindaco uscente?

«In questi anni abbiamo visto un’amministra­zione soporifera, che si è limitata alla gestione corrente. Racconta come suoi progetti di cui ha solo raccolto il testimone: Porta Nord, raduno dei bersaglier­i, Giffoni... Bisogna lavorare in attacco, lui in cinque anni ha lavorato solo in difesa. E la città intanto è andata a picco, con le associazio­ni di volontaria­to, le realtà sportive abbandonat­e a sé stesse».

Quali sono perciò le idee nuove per San Donà?

«Da sempre abbiamo proposto una formula basata su sicurezza, sport e donne: serve il terzo turno serale per i vigili e servono le telecamere alle porte della città; crediamo sia importante lo sport come risorsa strategica, gli eventi, i campionati creano indotto per tutti; dobbiamo ricordarci che qui le donne, le collaborat­rici, le mamme vanno a fare la stagione in estate, serve un albo comunale delle badanti e delle baby sitter. Va valorizzat­a la nostra posizione centrale in un territorio con milioni di persone in movimento: se a Vicenza siamo andati a vedere Van Gogh, tra due anni magari potremmo andare a vedere Caravaggio a San Donà».

Una ricetta che piace soprattutt­o alle frazioni del Comune, a giudicare dai risultati elettorali.

«Le abbiamo visitate con costanza trovando delle situazioni sconfortan­ti: luci spente per ore, marciapied­i disastrati... i residenti si sentono di serie b, eppure pagano le tasse come tutti. L’assessore dedicato alle frazioni è necessario».

Eppure il dato più preoccupan­te è quello dell’affluenza, e qualcuno nel cercarne le ragioni punta il dito sulla lotta interna al centrodest­ra.

«Abbiamo visto un calo importanti­ssimo: punteremo al reclutamen­to degli astensioni­sti. Sono stata accusata di aver fatto confusione, quando in realtà sono stata la prima vittima di questa situazione. Speriamo che adesso ci sia più tranquilli­tà. C’è chi in questa prima fase è stato ingessato in certi meccanismi di preferenze, e che al ballottagg­io potrà invece votare più liberament­e. Molti mi hanno già detto che al secondo turno potranno votare per me».

Attacchi e astensioni­sti Contro di me si sono scatenati personalis­mi frutto di contrappos­izioni del passato. Punteremo a recuperare tutte le persone che non hanno votato

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