Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Aperto al confronto con tutti il programma è fatto con la città»
Il candidato dem si dice curioso di vedere come il centrodestra possa ricompattarsi
Domenica SAN DONÀ DI PIAVE notte, nella sede elettorale di fronte al teatro Astra, molti sono stati convinti fino all’ultimo che il passaggio al primo turno fosse a portata di mano. Eppure ieri mattina il sindaco uscente Andrea Cereser non sembrava stupito né preoccupato in vista del ballottaggio; piuttosto, guardando al centrodestra e all’ipotesi di una alleanza tra Francesca Pilla e Oliviero Leo, si dice «curioso di vedere come sarà possibile superare gli scontri interni che ci sono stati fino a questa mattina all’alba».
E per quanto riguarda il suo schieramento? Vi aprirete a nuove alleanze, ci sono stati già dei contatti con gli avversari di ieri?
«È ancora presto per i contatti, ci vorrà qualche giorno perché si aprano i confronti. Io comunque sono in campagna elettorale dal luglio dell’anno scorso, e mi sono sempre dichiarato disponibile a discutere con chiunque riconosca come criterio di confronto il nostro programma elettorale. Il nostro percorso è stato lineare, abbiamo costruito il testo insieme ai cittadini e alle imprese, non vogliamo cambiare rotta proprio adesso».
È possibile anche un avvicinamento alla coalizione di Forza Italia? «L’apertura c’è nei confronti di tutti, come ho detto. Vogliamo però mantenere una coerenza e una serietà nei confronti dei nostri cittadini. Per questo la base di partenza deve essere il nostro programma elettorale. Quello è imprescindibile».
Crede che sarà possibile coinvolgere gli esponenti del Movimento 5 Stelle o ritiene più probabile che anche a San Donà come al governo si configuri per loro un’alleanza con la Lega?
«Sappiamo che, in questi cinque anni, tante sono state le cose che abbiamo portato a termine e che proprio il Movimento 5 Stelle ha apprezzato e condiviso. Penso ad esempio all’impegno sul tema della digitalizzazione o la battaglia per favorire la partecipazione. Sono obiettivi che siamo tornati ad inserire nel nostro programma proprio perché ci crediamo e crediamo possano anche diventare punti di incontro importanti».
La spaventa la riunificazione del centrodestra in vista del secondo turno o pensa che la divisione interna del primo turno non sia ricucibile?
«Sicuramente la divisione li ha penalizzati, ma soprattutto nei modi in cui si sono divisi. Molte persone non sono andate a votare – non dobbiamo dimenticare il dato di affluenza bassissimo - anche perché deluse da questi comportamenti. Al contrario, la forza della nostra proposta sta nell’averla portata in mezzo alle persone, alle imprese, non solo in questi ultimi mesi di campagna elettorale ma in tutti i 5 anni di mandato».
C'è chi dice che i sandonatesi hanno comunque scelto una «continuità» votando lei o Pilla visti i tanti punti comuni nei programmi, almeno su temi quotidiani come la pedonalizzazione o i progetti futuri. Cosa ne pensa?
«È positivo che anche lei sostenga di non voler buttare a mare quanto fatto fino ad ora solo perché fatto da altri. Penso che molte delle proposte che abbiamo rispondano ad un’idea di città che cerca di riportare al centro le relazioni tra le persone: dopo anni in cui siamo stati in uno splendido isolamento, ciascuno per sé, adesso ci vogliono pochi obiettivi, condivisi, a cui ciascuno darà il suo contributo. Molti dei progetti – Porta Nord, illuminazione cittadina - hanno finalmente le risorse, milioni e milioni che daranno risultati in pochi mesi. Questo è il metodo che abbiamo usato fin qui e chi è stato coinvolto – categorie, associazioni di volontariato - lo apprezza. Il risultato lo abbiamo visto con il voto».
Un risultato ancora da confermare, però.
«Noi avevamo quattro liste e fuori ce n’erano 11. Adesso il confronto si restringe a due e sono proprio curioso di vedere cosa succederà».
Penstastellati In questi anni molte delle cose che abbiamo portato a termine sono state apprezzate dai 5s, soprattutto per digitalizzazione e partecipazione