Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Personalità inadeguate per la “battaglia del Piave”»
«Alla “battaglia del Piave” si è arrivati non preparati. E il 20 per cento degli elettori non è andato a votare». Gianni Corradini parla con voce tranquilla: non parteggia con l’uno o l’altro dei ballottanti, ma non è nemmeno neutrale: la città deve cambiare, esorta. « Mi auguro che questa sia stata una lezione – auspica – E che chiunque diventi sindaco capisca che a San Donà bisogna cambiare molte cose. Una città dalla quale è diventato impossibile uscire ed entrare, a meno che non si faccia un’ora di coda in auto». Nel 2013 da candidato dell’area moderata intorno a Scelta Civica raccolse il 12,5 per cento. Un patrimonio di consensi che in questa tornata era stato ad un passo da convogliare come candidato unico del centrodestra, ma poi la vicenda ha preso un’altra piega. «La Lega si è comportata benissimo con me – ribadisce - Ma non si sono create le condizioni. Il partito aveva un pacchetto spendibile di un 30 per cento di voti, con Forza Italia e altre forze del centrodestra si arrivava al 48. Un patrimonio che si è dissipato». La divisione ha avuto un peso, nel distogliere l’elettorato di area. E anche i candidati non hanno radunato le truppe: Leo, pugliese, travolgente e passionale, ma improbabile candidato sindaco nel cuore del Veneto orientale; Pilla ha piglio manageriale, ma manca di esperienza e linguaggio politico. «Non mi schiero al secondo turno come non mi sono esposto al primo – ribadisce
Corradini –
Chiaro che la mia area era orientata verso il centrodestra. Ma la battaglia del Piave non è stata condotta con le personalità adeguate». Dal voto del 4 marzo alle politiche a quello di domenica, 5 mila elettori sono venuti meno. «E tra voti nulli e schede bianche si arriva al 3 per cento: un altro partito».
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