Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Comune, ditte e Fondazione La Cgil vuole far causa a tutti

- Giulia Busetto

Una causa al Comune, una alla Fondazione Musei civici, una alla ditta appaltatri­ce uscente e un’altra a quella entrante. Tutte da depositare questa settimana. La Cgil annuncia nuove proteste in occasione dei prossimi consigli comunali. «Chiediamo la riassunzio­ne dei lavoratori dei bookshop lasciati a casa - dice la segretaria di Filcams Venezia Monica Zambon - con le stesse situazioni normative del contratto precedente, così come vuole la legge». I sei impiegati sono a casa dal 26 marzo, da quando l’azienda Museum musei, subentrata alla vecchia Skirà, ha riassunto solo 11 dei 17 dipendenti. Tutti erano stati sottoposti ai colloqui di valutazion­e del nuovo gestore, che in assenza di una clausola sociale vincolante, per la riassunzio­ne chiedeva competenze profession­ali precise, anche nell’utilizzo delle lingue straniere. Alla fine ne ha riassunti 11. «Non hanno risposto alla nostra convocazio­ne» dice la Fondazione. «Non l’abbiamo mai ricevuta» rispondono gli ex dipendenti. «Non ci hanno proposto nessun contratto - spiega Stefano Battaglin - e i colleghi riassunti sono stati costretti a firmare una liberatori­a tombale: si sono licenziati, hanno sottoscrit­to un contratto peggiorati­vo e ora non possono più ricorrere». Anche a loro Filcams promette di pagare il costo di un’altra (questa volta eventuale, perché nessuno degli 11 sembra essersi fatto avanti) causa collettiva: «Si devono sbrigare. Sono stati soggetti a un danno di natura esistenzia­le, perché pur di non perdere il lavoro si sono sottoposti a una posizione iniqua lesiva dei loro interessi. E la loro busta paga pesa meno».

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