Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La bambina che «salva» l’uomo senza chitarra E Max torna a suonare

Strumento rubato all’artista, poi il regalo a sorpresa

- Eleonora Biral

MIRANO Domenica mattina il posto in cui si metteva sempre a suonare era vuoto. Silenzioso. C’era solo un cartello: «Mi avete rubato la chitarra, i documenti e le medicine… Bravi, veri uomini. Ma io vi perdono perché lo insegna Gesù». Il suo nome è Massimilia­no, ma a Mirano tutti lo chiamano Max. Proprio qui, da anni, Max si esibisce ogni giorno, nel centro della città, con la chitarra. La sua è sempre stata una vita all’insegna della libertà, Max si guadagna da vivere grazie alle offerte dei passanti. I cittadini lo conoscono e quando passano davanti a lui si fermano ad ascoltarlo, gli lasciano qualche monetina e spesso e volentieri scambiano due chiacchier­e.

Domenica Max, il menestrell­o di Mirano, non si è visto. Qualcuno, durante la «notte bianca», gli ha portato via uno dei suoi beni più preziosi, che lo aiuta a racimolare soldi per vivere: la chitarra. Un furto che non è passato inosservat­o tra i cittadini che, passando in zona, hanno notato il cartello e hanno subito sparso la voce. «Un gesto spregevole», hanno scritto sui social. Alcuni cittadini, per non perdere il «loro» menestrell­o, hanno deciso di organizzar­e una colletta. Su Facebook si sono confrontat­i per organizzar­e un punto di raccolta dei fondi necessari per comprare una chitarra nuova a Max, per farlo tornare a suonare il prima possibile.

La colletta, però, si è interrotta ieri pomeriggio in maniera inaspettat­a. Proprio quando alcuni utenti avevano comunicato il luogo e l’orario della raccolta fondi, è arrivata una notizia che ha lasciato tutti a bocca aperta. Max era tornato a suonare e aveva una chitarra nuova. In molti si sono chiesti come fosse riuscito a comprarsel­a scoprendo, alcune ore dopo, che lo strumento musicale era un regalo. Un dono che gli ha voluto fare una bambina che, una volta saputo che cosa era accaduto, ha deciso di raggiunger­lo. Con sé ha portato una delle sue chitarre. «Tieni, io non la uso più», gli ha detto.Un gesto spinto da una passione condivisa, un ringraziam­ento e una dimostrazi­one di affetto per aver regalato alla città per anni la sua musica. ● ● ● ●

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