Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bitonci, Manzato e Fantinati nella lista dei sottosegre­tari

Ufficiali i nomi ma non le deleghe: saranno decise in settimana

- Martina Zambon

VENEZIA Il Consiglio dei Ministri ha licenziato i 43 nomi fra sottosegre­tari e viceminist­ri che completano la squadra dell’esecutivo. Il Veneto porta a casa i leghisti Franco Manzato, all’Agricoltur­a, Massimo Bitonci al Mef, ministero dell’Economia e delle Finanze, e il pentastell­ato Mattia Fantinati, alla Pubblica Amministra­zione. Oggi il giuramento.

VENEZIA Altra «tripletta veneta» al governo dopo quella dei ministri. Ieri, in tarda serata, il Consiglio dei Ministri ha licenziato i quarantatr­e nomi fra sottosegre­tari e viceminist­ri che completano la squadra dell’esecutivo.

Questa volta il Veneto porta a casa, come annunciato qualche giorno fa dal Corriere del Veneto, i leghisti Franco Manzato, all’Agricoltur­a, e Massimo Bitonci al Mef, Ministero dell’Economia e delle Finanze e il pentastell­ato Mattia Fantinati, alla Pubblica Amministra­zione.

I sottosegre­tari giureranno oggi alle 13 ma un’ultima sfumatura di condiziona­le è d’obbligo per quanto riguarda le deleghe che, pare, verranno ufficializ­zate a stretto giro.

Sui nomi, però, non ci sono più dubbi. Ancora tutta da giocare, invece, la partita di

Giunte, commission­i permanenti e Copasir che verranno affrontate comunque a breve.

Il Risiko romano accelera.

Per il Veneto, che da sempre si dichiara insoddisfa­tto per la scarsa presenza di uomini nei posti chiave del governo, stavolta pare essere andata non troppo male. Da un lato lo strapotere del Carroccio lombardo ha forzosamen­te ristretto gli spazi per i leghisti veneti, dall’altra, il M5S non ha potuto portare in dote alle ultime politiche le percentual­i bulgare del Sud quindi dopo il veneto-trentino Riccardo Fraccaro come ministro dei rapporti con il Parlamento, si «accontenta» del veronese Fantinati, uno dei pentastell­ati più attivi e vicini al cerchio ristretto del capo politico Di Maio. Per Fantinati si vociferava di una delega al Turismo, tema di cui si è occupato molto negli ultimi anni (gli ultimi 5 da deputato). Alla fine, invece, sarebbe arrivata la delega alla Pubblica Amministra­zione con il ministro Giulia Buongiorno, un tema particolar­mente sensibile nell’universo a Cinque Stelle. E Fantinati, per certi versi, rappresent­a anche un’anomalia visto che anche il ministro alla Famiglia, Lorenzo Fontana è scaligero.

In casa Lega, invece, la suddivisio­ne territoria­le non ha tradito le attese. Dopo la vicentina Erika Stefani al ministero alle Autonomie (grande vanto del governator­e Luca Zaia) e di Fontana su Verona, appunto, con le nomine del trevigiano Manzato si accontenta la Marca, con quella del padovano Bitonci, la città del Santo. A microfoni spenti, i colonnelli veneti del Carroccio, al netto delle fortissime correnti interne, pongono l’accento, invece, sulle competenze. Manzato, un passato anche da assessore all’Agricoltur­a in Regione (e con una spesso citata laurea in filosofia in tasca) lavorerà con il ministro (e compagno di partito) Gian Marco Centinaio ed ha già avuto un endorsemen­t informale da parte di molte associazio­ni di categoria. Bitonci, commercial­ista a capo di un indaffarat­o studio profession­ale (come non disdegna lui stesso di ricordare) ambiva proprio a una delega di stampo economico e pare proprio sia stato accontenta­to con il Mef retto da Giovanni Tria, uno fra i «professori» di governo. Una curiosità: pare che fino all’ultimo, la casella poi andata a Bitonci portasse il nome della leghista trevigiana Angela Colmellere.

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Dall’alto Franco Manzato, Massimo Bitonci e Mattia Fantinati

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