Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Leo apre a Pilla: «Pari dignità» Cereser, accordi sul programma
Pentastellati secondo «ago della bilancia», ma Parrotta è scettico sul «modello Roma». Leu lascia libertà di voto
SAN DONÀ DI PIAVE «Qualche contatto ufficioso c’è già stato, ma niente di cui si possa ancora discutere. La mia idea è sempre stata un centrodestra unito». San Donà di Piave si interroga da due giorni su quali potranno essere gli schieramenti alle spalle dei due contendenti che si sfideranno al ballottaggio e il primo ad essere interpellato è sempre Oliviero Leo, il candidato di Forza Italia su cui si è divisa la destra cittadina. Il generale sostenuto dall’ex sindaco Francesca Zaccariotto sarebbe disponibile a superare la frattura e a fare squadra con la candidata leghista Francesca Pilla: «Ma solo in un raggruppamento che attribuisca a tutti i componenti la giusta dignità – sottolinea Leo, riferendosi alle recenti ruggini – altrimenti valuteremo una soluzione alternativa». E in effetti secondo alcuni rumors ieri mattina proprio Zaccariotto avrebbe provato a tastare il terreno in casa Pd. Dalla sede elettorale del sindaco uscente Andrea Cereser, però, nessuna conferma, anzi: «Siamo concentrati sulle prossime due settimane di campagna elettorale - specificano dalla coalizione di centrosinistra - di alleanze non si è ancora mai parlato».
Nei giorni scorsi Cereser si era detto aperto a tutte le forze politiche, con l’unica condizione di prendere come base il programma elettorale presentato dal suo gruppo. Il Pd, dal suo coordinamento locale, si sta concentrando sui conteggi: «Nel caso di vittoria il partito esprimerà ben sette persone tra i banchi del municipio», ricorda la segretaria Sandra Sandre. In consiglio ci sarebbero Daniele Terzariol, Lorena Marin, Maria Grazia Murer, Francesco Rizzante, Zeudi Polarti, oltre ai volti nuovi di Valentina Calderan e David Vian. Meno definita la situazione in caso di sconfitta al ballottaggio: secondo alcune simulazioni in caso di vittoria di Pilla al centrosinistra andrebbero tre seggi, ma in queste ore si moltiplica la voce che uno di quei tre scranni potrebbe essere invece del Movimento 5 Stelle, che altrimenti uscirebbe dal consiglio.
Proprio i grillini di San Donà si stanno guadagnando in questi giorni la nomea di possibile ago della bilancia: entrambi i candidati al secondo turno si sono affrettati a rimarcare i punti di contatto tra il loro programma e le priorità dei pentastellati. Eppure,
stando a quanto racconta Angelo Perrotta, questi corteggiamenti sono rimasti confinati alle pagine dei giornali, almeno per ora: «Nessun approccio “a distanza ravvicinata” per il momento - spiega Come gruppo locale potremmo pensare a una linea comune nei prossimi giorni, per comunicarla la settimana prossima». Nessuna ingerenza dagli altri livelli del partito: «Chi lo pensa non sa come funziona il Movimento», rimarca l’avvocato. E all’ipotesi di una replica cittadina dell’alleanza giallo-verde nazionale – un’eventualità che Pilla sembrava accarezzare già lunedì – risponde con una domanda che sa di retorica: «Sarebbe davvero possibile, qui a San Donà, ripetere quanto visto nello scenario nazionale?».
Liberi e Uguali, invece, sembra intenzionata a mantenersi fuori dagli scambi del secondo turno: Francesco Maino ha già dichiarato che lascerà la piena libertà di voto ai suoi elettori e lo stesso sembra aver deciso di fare il resto del gruppo che l’ha sostenuto. Nel quartier generale di Francesca Pilla, infine, il viavai è costante, tra volontari e candidati consiglieri impegnati ad organizzare gli ultimi scoppi di campagna elettorale. Eppure neanche dalla sede di piazza Indipendenza arrivano notizie di apparentamenti; per le alleanze ufficiali o ufficiose, evidentemente, c’è ancora tempo.