Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
E il governo dirotta a Venezia 100 profughi appena sbarcati
Sbarcati a Catania, sono arrivati ieri. Una ventina a Cona. Il sindaco: «E la campagna elettorale?»
VENEZIA Un centinaio di migranti, appartenenti al gruppo appena sbarcato a Catania dalla nave Diciotti (foto sopra),è arrivato ieri in Veneto. Una ventina di loro è stata mandata nell’ex base Nato di Cona. Sconcertato il sindaco del piccolo Comune, Alberto Panfilio: «Vediamo se è vero ciò che si è detto in campagna elettorale».
VENEZIA Cento profughi in Veneto da Catania e diciassette, da ieri pomeriggio, sono a Cona, l’hub del Veneziano da sempre al centro di polemiche per sovraffollamento e condizioni d’accoglienza. Era dallo scorso autunno che i richiedenti asilo venivano trasferiti da Cona, non accolti ma ieri si è invertita la rotta.
Si tratta di una parte dei 932 profughi sbarcati mercoledì a Catania: uno su 10 è stato portati in Veneto, destinati ai centri d’accoglienza della regione dopo un lungo viaggio che si è concluso a Marghera, nel parcheggio vicino al centro commerciale Panorama. Qui sono stati smistati: 83 hanno lasciato Venezia alla volta di altre città, mentre 17 sono stati portati all’ex base missilistica a Cona, da anni al centro di polemiche infuocate da parte di tutti gli schieramenti politici. A partire dalla Lega che, per voce del presidente del Veneto Luca Zaia, ha detto no all’hub ancora prima che venissero montati i tendoni per i profughi e, ad ogni protesta dei suoi ospiti, ha gridato alla scandalo chiedendone l’immediata chiusura.
«Oggi (ieri, ndr) sono arrivati cento profughi? Bisognerebbe chiedere il perché alla Prefettura - dice l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato - Va tenuta alta la guardia, il segnale all’Europa è stato lanciato ma dobbiamo istituire i Cie (Centri di identificazione ed espulsione, ndr), non c’è scelta: valutazione immediata della richiesta di asilo e chi non ha diritto, espulsione».
Cona non è più l’hub da oltre 1.500 ospiti come era la scorsa estate, ora ci vivono 512 persone (compresi i 17 accolti ieri) grazie a un lento ma continuo spostamento di profughi verso altre strutture, più piccole, iniziato a fine novembre in concomitanza con la «Marcia della dignità» di 300 richiedenti asilo che usciti dal centro si sono spostati per giorni tra le campagne del Padovano e del Veneziano chiedendo di essere trasferiti da quello che per loro era «un inferno». «Le operazioni di trasferimento di piccoli numeri hanno funzionato», commenta il sindaco di Cona Alberto Panfilio, in prima fila a fianco dei suoi concittadini e dei profughi contro l’hub. «Il nuovo ministro dell’Interno (Matteo Salvini, ndr) e i sottosegretari che disegneranno un nuovo progetto di accoglienza - aggiunge - dovranno dire cosa intendono fare: io sto qui e aspetto al varco con un sorriso. Se è vero tutto quello che veniva detto in campagna elettorale, ossia che per prima cosa chiuderanno Cona, attendo solo che mi dicano la data di chiusura». Non è tuttavia detto che il centro venga chiuso, potrebbe infatti diventare la sede del Cie per il Veneto..