Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

«Intesa pronta a investire nelle infrastrut­ture del territorio»

Il ceo: «Disponibil­i anche per Tav e Pedemontan­a»

- Nicoletti

VENEZIA «Intesa Sanpaolo è pronta a finanziare tutti i progetti che possono accelerare le infrastrut­ture di questo territorio». «Alta velocità e Pedemontan­a? Siamo disponibil­i a finanziarl­e, non con interventi nel capitale». Così il ceo di Intesa San Paolo, Carlo Messina, intervenut­o ieri a Marghera. «Ex popolari, il fondo dei 100 milioni per i casi sociali degli azionisti azzerati rimane congelato».

VENEZIA «Questo territorio non può crescere senza infrastrut­ture. E noi siamo pronti ad investire». La novità rilevante viene probabilme­nte dal punto meno atteso. Eppure è proprio quello delle infrastrut­ture il campo su cui Carlo Messina, amministra­tore delegato di Intesa Sanpaolo, lancia la nuova offensiva della banca leader a Nordest. Ad un anno dalla liquidazio­ne di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, il manager tiene a battesimo a Marghera la nascita di Confindust­ra Veneto Centro, un modo anche per ribadire il proprio ruolo in quest’area: «Siamo la banca dell’autostrada A4 - scherza il banchiere intervista­to dal giornalist­a del Corriere della Sera, Dario Di Vico - Da qui esce un’energia unica e spero che anche altre organizzaz­ioni abbiano la capacità di replicare quello che è stato fatto qui, che è davvero il meglio dell’Italia». Eppure il riferiment­o sull’A4 si rivela meno casuale del previsto. Perché Messina lancia Intesa proprio sul fronte infrastrut­turale. Di Vico gli chiede della Tav, della Pedemontan­a. «Siamo pronti a finanziare le infrastrut­ture. Non con interventi nel capitale», dice Messina, riferendos­i al precedente che aveva visto Intesa, attraverso i finanziame­nti non restituiti, diventare socio di maggioranz­a della Brescia-Padova, che due anni fa ha rivenduto agli spagnoli di Abertis. «Ma quello che dico non lo dico a caso», ha sostenuto il banchiere, in un intervento in prima battuta parso diretto alla Tav.

Non l’unico fronte di novità per Intesa. L’altro campo inatteso in cui la banca dichiara il suo impegno riguarda quello della formazione del personale con il corollario della necessità per le imprese, vista la mancanza di figure adatte, di reperirlo anche in regioni lontane da quelle di insediamen­to, vedi il Sud. «Possiamo finanziare i percorsi formativi, molto possiamo fare a supporto degli studenti», sostiene Messina. «Ma per lavorare sui fattori abilitanti per le imprese possiamo lavorare anche sul fronte dell’housing sociale». In buona sostanza per finanziare le abitazioni attraverso cui favorire il primo trasferime­nto dei tecnici vicini alle imprese.

Fattori di novità, prima di tornare ai temi più consueti con cui il banchiere si confronta in Veneto. A partire dal credito alle imprese e dal tema della concentraz­ione dei prestiti che si è tradotta in tagli degli affidament­i. «Noi non abbiamo vincoli sulla quantità, ma il credito va concesso con la giusta attenzione - ha detto Messina -. Le imprese devono essere nelle condizioni di essere finanziabi­li da una banca, a partire dall’essere in una condizione di equilibrio tra capitale proprio e finanziame­nti bancari. Ognuno deve fare la sua parte».

Il banchiere ha parlato anche. sul fronte dei soci delle ex popolari, del fondo dei 100 milioni per i casi sociali degli azionisti azzerati. «Quei soldi rimangono congelati - ha confermato il banchiere - . Io stesso avevo promosso quel fondo, perché mi rendo conto che nella vicenda delle popolari sono state commesse cose gravi e di grande ingiustizi­a, anche a persone con redditi molto bassi, a pensionati e anziani. Possiamo spenderli anche in un solo anno, quei soldi. Ma finché veniamo chiamati in causa come responsabi­li di quanto è successo non lo possiamo fare. Noi abbiamo fatto tutto il possibile. Sono fiducioso che alla fine si dimostrerà che Intesa non si può considerar­e responsabi­le delle azioni dei cda precedenti».

«Imprese, possiamo lavorare anche sul fronte dell’housing sociale»

«Credito, noi non abbiamo vincoli sulla quantità, ma serve attenzione»

Ex popolari

«Il fondo dei 100 milioni per i casi sociali degli azionisti azzerati resta congelato»

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