Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Benetton, campagna per chi salva i profughi La Lega non ci sta
Da Re: «Ora mai più una loro maglietta»
VENEZIA Pagine sui quotidiani nazionali per ospitare la foto del salvataggio dei migranti da parte di Aquarius e, in calce, il logo Benetton. Il duo Toscani/Benetton colpisce ancora. E la Lega parla di «sciacallaggio» e «noia». Da Re: «Mai più una loro t-shirt». Toscani: «Abbiamo solo espresso il nostro stato d’animo».
VENEZIA Pagine «passanti» come si dice in gergo, vale a dire due fogli interi sui principali giornali nazionali, su cui si stende, enorme, una foto. Quella di ieri, sul Corriere della Sera, è una Zattera della Medusa contemporanea con, in primo piano, i migranti colti nell’attimo concitato in cui vengono salvati dalla ong Sos Méditerranée. I giubbotti di salvataggio sono inconfondibili. Il riferimento all’Aquarius, indubbio. In basso a destra, il «marchio di fabbrica», rettangolo verde con la scritta United Colors of Benetton. E in un copione noto dagli anni ‘80 a oggi, la firma «concettuale» è di Oliviero Toscani che con Luciano Benetton, nuovamente al timone dell’azienda trevigiana, ha ricostituito il team degli anni d’oro. Lo scatto, invece, è di Kenny Karpov, di Sos Méditerranée. E dalla Lega è un’alzata di scudi, dalla noia per «provocazioni» trite, all’indignazione più accesa. Su tutti, il segretario nathional del Carroccio, Toni Da Re che la mette sul pratico: «Non comprerò mai più una sola maglietta Benetton». Nessun invito al boicottaggio, per carità, però...E comunque su quel fronte si scatenano già i social network.
Marketing choc nonostante i sondaggi diano un Matteo Salvini apprezzatissimo? Impegno politico e sociale? Lucro sulle tragedie del mare? I post sui social hanno la prevedibile caratteristica di essere tutti «contro». Dai leghisti offesi al popolo dell’hashtag #apriamoiporti che stigmatizza l’operazione commerciale sulla pelle dei richiedenti asilo.
«La cosa è così - chiarisce Da Re - ormai Toscani è la nostra cartina di tornasole: più lui è incazzato, più noi siamo certi di essere sulla
Nicola Finco
Vorrei sapere se i dipendenti Benetton all'estero, nei paesi dove l’azienda ha delocalizzato, sono pagati quanto i dipendenti in Italia
strada giusta. E comunque dovrebbe ringraziarci che lui nel Trevigiano ha trovato di che campare». Lo stato maggiore della Lega veneta si schiera compatto. Nicola Finco, capogruppo in consiglio regionale non si tiene: «Vorrei capire se i dipendenti di Benetton all’estero, nei paesi in cui ha delocalizzato, sono pagati come gli italiani e perché ha portato grandi produzioni fuori confine. A Benetton e Toscani dico che se vogliono fare politica non devono far altro che candidarsi e metterci la faccia. Troppo facile, perché hai quattro soldi, comprarsi una pagina di giornale». Ancor più duro il consigliere regionale leghista Luciano Sandonà che per Toscani aveva già chiesto il «foglio di via» dal Veneto: «Suggerisco a Benetton di portarsi qualche migrante in una delle sue belle ville. E poi, da che pulpito! Le delocalizzazioni spesso non seguono il solco dei valori dell’accoglienza, mi pare. E temo che, visti i sondaggi, per Benetton questo tipo di pubblicità possa rivelarsi un boomerang. Forse c’è bisogno di aria nuova a Ponzano».
Marketing legittimo ma non apprezzabile per Roberto Ciambetti, presidente di Palazzo Ferro Fini: «E’ la solita voglia del duo Toscani/Benetton di scioccare ma ormai la gente gli anticorpi se li è fatti». Scherza (ma non troppo) sul ritorno della moda anni ‘80 l’assessore regionale del Carroccio Roberto Marcato: «Evidentemente inaridito il filone di talento che ha contraddistinto Toscani e Benetton negli anni ‘80, ora rimestano nel guardaroba dei vestiti usati. Insomma, è l’ennesima riedizione dell’imprenditore un po’ radical chic. A Luciano Benetton dico che non basta una foto per denunciare questo dramma, la denuncia vera è quotidiana, arriva da parte di chi coi migranti ci lavora». Unica voce dissonante è quella di Stefano Fracasso, capogruppo Pd in consiglio regionale e al momento in viaggio col Cuamm fra Uganda e Sudan che parla proprio di «vena ritrovata». «Una foto può sconfiggere tanta retorica che sentiamo in questi giorni». Scandalizzata, invece, la presidente di Cav Luisa Serato, quota Lega: «Mai mi sarei aspettata che uno che si definisce carico di umanità alla fine facesse i suoi sporchi affari sulla pelle dei migranti». Parla di strumentalizzazione infelice anche il neo sindaco di Treviso Mario Conte: «Scelte come queste non fanno troppo onore a Benetton. Ci sono persone che muoiono e che soffrono, sfruttarli a proprio vantaggio non è responsabile». Un altro trevigiano, Franco Manzato, sottosegretario all’Agricoltura si limita a dire: «Toscani con questa foto esprime il proprio stato d’animo? Prendiamo atto. Dubito, però, sia lo stato d’animo della signora che abita sotto casa mia».