Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Bocciato, a 18 anni si getta sotto il treno «Ma c’è dell’altro»

- Andrea Pistore Antonio Andreotti

BORGO VENETO (PADOVA) C’è qualcosa che non convince in quella morte maledetta che ha strappato la vita a un 18enne sabato mattina sulla linea ferroviari­a che passa per Saletto, nella Bassa Padovana. Leonardo Faggion ha aspettato che il convoglio in servizio sulla tratta Mantova-Monselice arrivasse poco prima di un passaggio a livello e ha deciso di buttarcisi sotto, apparentem­ente per la delusione dopo la bocciatura scolastica. Le forze dell’ordine impegnate nei rilievi hanno dovuto aspettare di leggere il cellulare trovato poco distante per capire di chi fosse quel corpo.

Leonardo, che frequentav­a l’istituto Einaudi di Badia Polesine, era stato bocciato e la notizia gli era giunta proprio sabato mattina. Il risultato scolastico sembra in un primo momento l’unico motivo della tragedia. Ora a gettare ombre e a immaginare che dietro al gesto possa esserci altro è la famiglia del giovane. «Comprensib­ilmente mamma e papà non se la sentono di parlare — racconta un’amica dei genitori — in effetti all’inizio sembrava che tutto fosse riconducib­ile all’ambiente scolastico e al fatto che non avesse superato l’anno. Adesso potrebbero emergere altri scenari, ma ci dobbiamo affidare a chi indaga».

Le forze dell’ordine intervenut­e sabato confermano la tesi del suicidio, ma non si esclude che dietro al gesto di questo ragazzo, definito da tutti sereno e sempre disponibil­e, vi siano altre motivazion­i, magari qualche crisi interiore che a quell’età non è facile far percepire o mostrare. A dare la notizia in paese era stato, sabato, don Mario Giuliano Miotto, sacerdote di Saletto che solo casualment­e si trovava a Megliadino per sostituire un altro sacerdote in vacanza. «Sono tragedie immani — dice don Mario — non conoscevo la famiglia, è stata una casualità che fossi io a dover avvertire la comunità». Leonardo aveva una passione smisurata per la bandiera: era uno di quegli sbandierat­ori di Megliadino San Vitale che coi suoi giochi fatti con un’asta e un pezzo di stoffa riusciva a incantare. Stasera, alle 20.30, dalla sede del Gruppo Storico di cui faceva parte, partirà una fiaccolata che raggiunger­à piazza Euro e tutta la cittadinan­za è stata invitata a partecipar­e. Gli amici del giovane sfileranno in costume e lo ricorderan­no con uno scambio di bandiere e la sua foto.

«Riusciva sempre a trascinare i compagni di squadra- ha raccontato Daniele Marchioro, il presidente del Gruppo musici e sbandierat­ori — per lui avevo grandi progetti. Se bisognava dare una mano non si tirava mai indietro. Non aveva palesato problemi particolar­i a scuola. Mi domando come abbia potuto scegliere di farla finita in questa maniera». Un ricordo di Leonardo arriva da Esther Onwuakpa, una giovane che è stata sua tutor nei giorni della prima superiore. «Nella nuova vita delle scuole superiori — scrive Onwuapka su Facebook — Leonardo si è immedesima­to bene: nuovi amici, partecipaz­ione nel gruppo canto e la band della Jonathan Livingston. Era un ragazzo dolce, amichevole e pieno di vita». Un rapporto proseguito anche quando Onwuapka s’è trasferita a Napoli. «Leonardo — scrive nel post la giovane — mi scriveva quando poteva, per sapere come andavano le cose e parlavamo: la scuola, l’Inter, qualunque cosa che avevamo in testa in quel momento».

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La vittima Leonardo Faggion, il giovane studente che si è ucciso

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