Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Fibra, lavori fatti male: spariti 15 mila masegni»
Assemblea in Municipalità. Appello per lasciare le rampe sui ponti alle Zattere anche d’estate
VENEZIA «Ci saranno molti problemi, le pietre contornate di cemento si deterioreranno in fretta le prossime amministrazioni dovranno affrontare continue spese per le manutenzioni». Lorenzo Lazzarini docente Iuav di pietrografia applicata lancia l’allarme per come sono stati realizzati i lavori della posa della fibra da parte delle aziende cui Open fiber (Enel) e Flash fiber (Telecom e Fastweb) hanno realizzato i pozzetti. Secondo il professore il problema non è tanto il colpo d’occhio estetico delle pietre più chiare, perché sono comunque massi in trachite come quelli antichi e dunque solo col tempo diventeranno più scuri. Il problema per il professore è stata la tecnica impiegata. «La tecnica antica prevedeva per la posa della trachite l’utilizzo di un composto di fango unito a due parti di sabbia, un composto che permetteva all’acqua di scolare senza lasciare la trachite troppo a lungo bagnata: questo tipo di pietra si deteriora rapidamente con l’acqua rompe il materiale – spiega Lazzarini – Ora è stato utilizzato cemento per unire la trachite all’acciaio: il cemento è meno poroso della trachite dunque non permetterà all’acqua di evaporare e la pietra si romperà». Secondo Lazzarini per evitare la discromia che tanto infastidisce i veneziani si potevano utilizzare i masegni originali seppur assottigliandoli, a copertura dei pozzetti ma i lavori sarebbero costati molto di più.
Sul tema di fibra e masegni ieri sera la Municipalità di Venezia ha organizzato un incontro pubblico che rientra, come spiega la vicepresidente Anna Messinis, nel ciclo di incontri per una «cittadinanza consapevole, Venezia non è una cartolina». Una carrellata di foto proiettate ha accompagnato l’intervento di Marco Rosa Salva, musicista di professione con la passione per la città. «Ho contato i pozzetti dell’insula di Santa Maria Formosa, sono 39 per un totale di 150 masegni rimossi — spiega — stimo che nell’intera città siano stati realizzati 4 mila pozzetti con 15–20 mila masegni rimossi. Che fine hanno fatto?» E richiama il protocollo per la manutenzione della pavimentazione siglato tra Comune e Soprintendenza nel 2007 che prevede stringenti prescrizioni per la catalogazione, la rimozione, la custodia con vigilanza a cura delle imprese operanti. Conclude il professore Iuav di progettazione urbanistica Franco Mancuso: «Nell’intervento non c’è stata attenzione per lo spazio pubblico».
Intanto lunedì la Municipalità ha votato un ordine del giorno per chiedere a Ca’ Farsetti di posizionare sui ponti di riva degli Schiavoni e dei Sette Martiri rampe definitive. Chiede inoltre che non vengano rimosse in estate, come invece è da previsione del Comune, le rampe delle Zattere perché «non servono solo alla frequenza scolastica, eliminarle in estate è una pesante limitazione alla libertà di movimento delle persone a ridotta mobilità».