Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Le spalle larghe di capitan Domizzi

Il difensore dopo il rinnovo: «Venezia piazza fantastica, con Vecchi ho parlato, noi gran gruppo da non stravolger­e». E Tacopina: «Sarà bello ritrovarti in ritiro»

- Dimitri Canello

VENEZIA Si muove con la sicurezza di chi si sente a casa sua. Si volta e ascolta l’audio del presidente Joe Tacopina, che dietro le sue spalle, in collegamen­to telefonico da oltreocean­o, gli invia un messaggio audio: «Sarà bellissimo ritrovare in ritiro un ragazzino di nome Maurizio che tanto ha dato a questa società. Ci vediamo tutti a Bedollo!». Maurizio Domizzi riparte ancora una volta, a 38 anni, da dove aveva terminato la stagione. Ossia dal Venezia e dalla voglia di essere ancora protagonis­ta. A 25 chilometri di distanza, il suo vecchio amico Giampiero Pinzi farà lo stesso, con l’entusiasmo di un ragazzino alle prime armi che ha ancora voglia di stupire: «Affrontare di nuovo Giampiero – sorride Domizzi – sarà un onore, oltre che un grande piacere. L’ho sentito nei giorni scorsi e gli ho detto che, a costo di minacciare Vecchi e Bisoli, quel Venezia-Padova dobbiamo giocarla entrambi. Sarà una sensazione troppo bella, lui per me è un fratello e sapete bene quanto sia sentita quella partita per le nostre tifoserie». Venezia-Padova, dunque, dopo appena un anno torna ad animare le scene.

E Domizzi sarà ancora una volta il capitano arancioner­overde, le spalle solide su cui poggerà un gruppo importante, che dovrà soltanto essere ritoccato. Non certo stravolto: «Penso che questa squadra abbia fatto il massimo – sottolinea Domizzi – siamo arrivati in semifinale playoff, a un passo dalla Serie A e credo che oltre quell’asticella non saremmo potuti andare. Onore e merito a questo gruppo, non ho mai visto ragazzi tanto attaccati al risultato e che stavano male ad ogni sconfitta. Le dichiarazi­oni prudenti di Inzaghi? Non eravamo da salvezza, ma quello è il gioco delle parti. Diciamo che lui frenava e io invece caricavo la squadra, perché ero convinto che saremmo potuti arrivare lontano. Solo una volta, a Empoli, ho visto una squadra sconfitta per paura e non per reale valore dell’avversario, che pure ha dimostrato di essere la più forte». E ancora, Domizzi prende fiato e riparte: « Per come sono caratteria­lmente mi piacerebbe riuscire a smettere con un campionato di ottimo livello, non vivacchian­do e trascinand­omi. Vecchi l’ho sentito, ci ho parlato e vedremo cosa porterà di nuovo: qualche modifica verrà fatta, ma non stravolgim­enti. La cosa più bella è stata trovare tifosi che alle due di notte ci hanno aspettato a Palermo per applaudirc­i e questa è una cosa che ci rende orgogliosi. Abbiamo ancora molto da dare a questa piazza».

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Classe ‘80 Nella carriera di capitan Domizzi spiccano le 285 partite in serie A (20 gol, 11 assist) e le 118 tra i cadetti

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