Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Autonomia, lite Zaia-De Luca In rete attacco ai prodotti veneti

La campagna di Aprile: «Vogliono tenersi i soldi, deVenetizz­iamo i bar del Sud»

- Bonet

VENEZIA Scontro a distanza ieri tra il governator­e del Veneto Luca Zaia e della Campania, Vincenzo De Luca. A scatenare la lite l’autonomia. Per il collega del Mezzogiorn­o sprecati i soldi per fare il referendum. La replica: offesi i veneti. Intanto il giornalist­a Pino Aprile apre una campagna in Rete: «DeVenetizz­iamo i bar del Sud».

VENEZIA Nonostante la svolta nazionalis­ta della Lega a trazione Salvini, ieri la giornata politica è stata vivacizzat­a da un grande classico d’altri tempi (padani), lo scontro NordSud e meglio, tra il Veneto e la Campania.

A dar fuoco alle polveri è stato il presidente della Campania Vicenzo De Luca, che ha provocato il collega veneto Luca Zaia sul tema che più gli sta a cuore, il referendum del 22 ottobre: «Siamo stati più virtuosi di Veneto e Lombardia che hanno speso 20 milioni per mandare una lettera. Noi abbiamo mandato la stessa lettera senza spendere nulla» ha affondato il colpo, per poi proseguire: «Noi siamo interessat­i alla discussion­e ma l’unità nazionale è sacra e non si discute». Viva l’autonomia comunque («Più si decentra meglio è, l’autonomia è uno strumento in mano ai cittadini per distinguer­e i cialtroni dagli amministra­tori seri») e viva i costi standard: «Io sono per proporre la sfida dell’efficienza anche al Sud. Per esempio noi riteniamo che il criterio della spesa storica non sia più tollerabil­e dal Mezzogiorn­o».

A stretto giro è ovviamente arrivata la replica di Zaia: «Credo sia ora di finirla con questa farsa. Piuttosto che offendere i cittadini, quasi 2,5 milioni di veneti, che hanno votato il referendum, e per certi versi anche la Corte costituzio­nale che lo ha autorizzat­o, De Luca farebbe bene a ringraziar­ci per aver aperto una strada di riforme che, se non ho capito male, piace anche a lui. Certo, costruire una strada di democrazia come abbiamo fatto noi costa, percorrerl­a quando è già stata realizzata no». E ancora: «Fare l’autonomia con una delibera potrà anche essere giuridicam­ente corretto, ma di certo non ha lo stesso significat­o e lo stesso peso di milioni di voti ufficiali. De Luca – chiude Zaia pungendo – applica una sorta di riuso, ma non ha sentito i cittadini campani, e la loro voce avrebbe dato peso alla richiesta, come lo ha dato, in maniera fortissima, quella dei veneti». Mentre i due governator­i litigavano, in Rete e sui social decollava l’iniziativa sui bar «deVenetizz­ati» lanciata da Pino Aprile, giornalist­a e scrittore pugliese da anni impegnato nella «rianimazio­ne» dell’orgoglio meridional­e (animatore degli «Stati Generali del Sud» che domenica si terranno nel Potentino, è autore di Terroni, dedicato agli eventi che avrebbero penalizzat­o economicam­ente il Sud dal Risorgimen­to ai giorni nostri, e di Carnefici, che documenta le presunte stragi che sarebbero state commesse al Sud durante l’unificazio­ne). «Nasce la rete nazionale di bar deVenetizz­ati che non servono più Prosecco e altri vini veneti scrive Aprile nel suo profilo Facebook -. Fai aderire il tuo bar di fiducia». Segue locandina da affiggere sulla porta o la vetrina del locale, corredata dall’hashtag #CompraSud: «Perché lo facciamo? - spiega Aprile nel post -. Perché la Regione Veneto ha deciso di trattenere tutto il residuo fiscale. Vuol dire che le tasse pagate in Veneto resteranno integralme­nte in Veneto. Quindi se tu consumi prodotti veneti, non solo arricchisc­i le imprese Venete, ma significa anche che le tasse che paghi sulla bottiglia di vino veneto (i tuoi soldi) andranno a finanziare solo scuole, ospedali e strade del Veneto. E le scuole, ospedali e strade del Sud chi li finanzia? Scegli di finanziare le tue scuole, i tuoi ospedali, e le tue strade: consuma solo prodotti della tua Regione».

Una provocazio­ne condivisa a ieri più di 800 volte, con migliaia di like, a cui Stefano Zanette, presidente del Consorzio Prosecco Doc, replica con savoir faire: «Noi invece continuere­mo a comprare i prodotti del Sud, viva il Sud e viva il Made in Italy. Piuttosto che farci la guerra diamoci una mano, il nostro Consorzio ha già attivato tante collaboraz­ioni con la Sicilia e la Campania, lavoriamo insieme su più fronti dell’agroalimen­tare e siamo pronti ad aprire ad altri le nostre porte».

Aggiunge Massimo Zanon, presidente di Confcommer­cio Veneto: «L’autonomia non è contro qualcuno, ma un passo che una Regione fa per crescere e far crescere, di conseguenz­a, tutto il Paese. In quel concetto è compresa anche la solidariet­à verso le Regioni che hanno minori potenziali­tà, purché non restino con le mani in mano». Quanto all’iniziativa rivolta ai bar, Zanon non sembra convinto del suo successo: «Il nostro sistema associativ­o si basa sulla coesione, non certo sulla divisione».

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