Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Apre la fiera della canapa
Al via la fiera di Bassano: «E’ un mercato in crescita»
BASSANO Benvenuti nel mondo della canapa, dove il tipico odore della marijuana non si sente e si incontrano giovani che coltivano la pianta per trasformarla in cosmetici, mattoni per la bioedilizia e pane. «Canapadua», prima fiera veneta della canapa, ha aperto ieri mattina a «Bassano Expo» e durerà fino a domani. Nei giorni scorsi ha suscitato un vespaio di polemiche, con critiche espresse in particolare dall’assessore regionale al Lavoro e alla formazione , Elena Donazzan: «E’ grave, assurdo che un territorio di classe, elegante, la capitale degli Alpini venga trasformato in un parco giochi per eccessi e devianze». Donazzan ha sottolineato anche la recente bocciatura della cannabis light da parte dell’Istituto superiore di Sanità. Replicano i sindaci di Bassano e Cassola, Riccardo Poletto e Aldo Maroso: «Solo perché si parla di cannabis non bisogna essere prevenuti, non c’è nulla di illegale».
La fiera, pur non registrando folle, ha quasi esaurito in mattinata il parcheggio. Una cinquantina le ditte nel capannone di Cassola, in un ambiente asettico, dove non si sente l’odore tipico della cannabis e dove più di un espositore racconta di aver scelto, con un’attività legata alla canapa, di cambiare lavoro e vita. E’ il caso di Andrea Poloni, presente con la sua ditta «Campioni Veneti» di Signoressa (Treviso): sul suo banco ci sono pane di canapa, birra, farine, semi decorticati, pastasciutta, filato.
«Ero ingegnere in automazione e fonti rinnovabili, da cinque anni ho cambiato completamente mestiere — rivela —. Coltivo quattro ettari con canapa e grani antichi, tra gli altri l’ottocentesco Gentilrosso, con criteri biodinamici. Collaborando con altre piccole aziende agricole di amici realizziamo con la canapa esclusivamente prodotti alimentari: è davvero un mercato in crescita, è una materia prima eccezionale, con caratteristiche antiossidanti uniche».
Luigi Mirabello, imprenditore edile di Cassola, con la sua azienda «HM52» da 16 anni propone materie prime biocompatibili e ora tratta anche la canapa. Illustra: «Da gennaio abbiamo iniziato a produrre e vendere mattoni di canapa e calce. Eccezionali, sono ignifughi e traspiranti, leggeri e idroregolatori dell’umidità in modo naturale. Il mercato c’è, dobbiamo farlo crescere: ma bisogna anche far capire alla gente che la canapa non è solo quella che si fuma».
Il fumo è comunque uno dei business emergenti legati alla canapa light, come sanno allo stand dell’emiliana «Easyjoint»: fondata a maggio scorso, la ditta produce talee, germogli e birra di canapa. «Prima facevo la barista — dichiara l’imprenditrice Alessandra Clementi —. Il mercato? E’ in continua crescita, va sfruttata l’occasione».
La vicentina «Canapalife» vende prodotti simili, dalle infiorescenze alle resine cosmetiche estratte dalla canapa, che coltiva in proprio fra Grisignano e Padova: «Con queste produzioni abbiamo iniziato da due anni, coltiviamo canapa da 9 ma prima facevamo biscotti», rivela Laura Bazzan, una delle titolari.
Poco più in là, allo stand «Tecnocanapa», si trova un po’ di tutto, dal caffè miscela Arabica con un retrogusto di canapa a prodotti medicinali. I torinesi Marco Ballogo e Laura Torre raccontano: «L’attività è nata due anni fa, siamo rimasti colpiti dagli effetti positivi della cannabis terapeutica su un’amica affetta da sclerosi. Oggi integriamo questa vendita con il nostro lavoro, siamo tecnici informatici. Nel nostro negozio, a Torino, in vetrina mostriamo prodotti legati alla canapa e sul retro aggiustiamo computer».