Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Le telecamere «blindano» la stazione Piano di Ca’ Farsetti per la sicurezza

La giunta approva altri 175 dispositiv­i. Brugnaro: così maggiori controlli

- Gloria Bertasi

VENEZIA Telecamere in via Ca’ Marcello e in via Dante, in via Giustizia e in via Trento ma anche a Marghera, nelle vie della zona industrial­e. Il Comune mette sotto stretta sorveglian­za il triangolo dello spaccio e del degrado della terraferma. Il progetto è di quelli faraonici: installare «175 occhi», per usare le parole del sindaco Luigi Brugnaro, in ogni angolo del Comune entro la fine del 2019.

«Le telecamere si aggiungono alle 166 già attive per il presidio del territorio — commenta Brugnaro — Obiettivo, la sicurezza e il controllo della nostra città». Il Piano delle telecamere, approvato dalla giunta, porterà a 341 il numero degli impianti e prevede tre diversi interventi. Il primo già finanziato con fondi Pon Metro (fondi destinati alle Città metropolit­ane) per un totale di 500 mila euro prevede 38 videocamer­e, il secondo costerà poco più di un milione per 123 sistemi di controllo e l’ultimo non introduce nuove telecamere ma collega le 52 di Avm, in funzione presso pontili, biglietter­ie e parcheggi gestiti dalla holding della mobilità. Per ora, si parte con le 38, di cui quindici saranno posizionat­e in quello che molti hanno ribattezza­to il «Bronx» di Mestre, ossia la zona della stazione ferroviari­a. Qui verranno sistemati impianti agli incroci tra via Cappuccina, via Ca’ Marcello e via Rampa Cavalcavia e tra via Fogazzaro e via Sernaglia. Altri tre «occhi elettronic­i» arriverann­o al sottopasso tra via Giustizia e via Trento e otto in quello ciclopedon­ale di via Dante che unisce Mestre e Marghera e dove da anni i passanti denunciano sporcizia, incuria e consumo di eroina da parte di tossicodip­endenti. Il controllo in remoto, tramite otto telecamere, permetterà di tenere monitorate anche altre zone a rischio della città, in particolar­e quelle vie della zona industrial­e dove spesso si accampano sbandati. Si tratta delle aree tra via dell’Elettricit­à e via Fratelli Bandiera, in particolar­e il cavalcavia, l’incrocio di via della Pila, la rotatoria di via delle Macchine e quella di via Volta, l’innesto di via Ghera con via dell’Elettricit­à, via Cottolengo e via Bottenigo.

La prima tranche di lavoro non riguarda però solo i quartieri a rischio degrado, in nome della sicurezza sarà completata la videosorve­glianza dell’area marciana, con nove impianti tra Calle Larga Ascension, Bacino Orseolo, Orologio e calle Fabbri. Al Lido, invece, gli impianti saranno sei divisi tra Santa Maria Elisabetta, Gran Viale, Riviera San Nicolò e Quattro Fontane. «Con questo ulteriore investimen­to riusciremo a fare un deciso passo in avanti nella direzione di monitorare l’intera città — dice il comandante della polizia municipale Marco Agostini — Il progetto sarà completato per l’autunno 2019 e ci consentirà di proseguire nelle azioni di prevenzion­e e contrasto alla criminalit­à».

Sul secondo lotto, il più cospicuo da 85 impianti e più di un milione di spesa, pende l’incognita del bando ministeria­le, scaduto ieri, che finanzia sistemi di videosorve­glianza in tutto il Paese con un tesoretto da 37 milioni di euro. Bisognerà attendere le valutazion­i del Viminale per capire se il Comune otterrà i fondi necessari per implementa­re i controlli lungo Terraglio, Castellana, parco Bissuola, San Giuliano, Marghera, piazzale Roma, Fondamenta Nove, Murano e Giudecca.

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Comandante Marco Agostini

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