Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Marzenego, inquinato e pericoloso L’appello in barca e dalle rive «La Regione faccia i lavori a stralci»

- Giulia Busetto

MESTRE «Il fiume siamo noi», «Zaia, decidi il destino del fiume», «Governator­e, sveglia», hanno scritto, urlato e preteso in 200, agitando cartelli e striscioni sopra al ponte di via Colombo. Il fiume è il Marzenego. Quello che ieri, lì sotto, ha ospitato anche canottieri e vogatori uniti nella protesta. Loro via acqua, e i manifestan­ti via terra, hanno percorso tutto il tratto che da quel ponte introduce in riviera Marco Polo, fino a incrociare viale Vespucci. Accanto il fiume. Qui ninfee, nannufferi, lucci, carpe, tinche e rane hanno lasciato il posto a topi e nutrie, gli unici capaci di sopravvive­re alla morte biologica di queste acque. Colpevole l’inquinamen­to delle vecchie fognature, che unito al mancato risanament­o degli argini e alla fanghiglia del fondale sta condannand­o a morte il corso d’acqua. Negli anni ottanta, qui, scaricavan­o anche le fabbriche. Una di loro, nel ‘77, ci gettò dentro del cianuro che diede il colpo di grazia alla fauna ittica. «Chiediamo al presidente del Veneto di onorare la sua promessa — hanno detto —. Deve approvare il progetto di risanament­o del fiume del Consorzio di bonifica ed erogare il finanziame­nto». Che non è cosa facile, perché il piano pretende 29 milioni di euro, la quasi totalità di competenza della Regione, che si può avvalere dei fondi della legge speciale per Venezia. Ma «il ristretto margine di manovra che la normativa lascia al governo regionale — si è difeso giorni fa l’assessore Roberto Marcato — non consente di riservare tutta la somma necessaria. Si sta valutando la possibilit­à di procedere per stralci funziotera, nali di importo ridotto». Una rateizzazi­one dell’intervento, in poche parole. Che in realtà è quello che chiedono anche cittadini, parlamenta­ri e consiglier­i di diverse istituzion­i locali. Primi fra tutti La salsola, Vivere la laguna e Aqua e autori della contestazi­one di ieri: «C’è bisogno dell’approvazio­ne della commission­e tecnica regionale, poi di quella della giunta e infine la messa in finanziame­nto». «E chiediamo alla Regione di avere almeno una parte di questi fondi per avviare i lavori», ha aggiunto il presidente della Municipali­tà di Mestre Vincenzo Conte.

A beneficiar­ne subito potrebbe essere proprio il tratto tra i due ponti, almeno gli argini delle rive, che hanno visto il risanament­o dell’uomo, l’ultima volta, dopo l’alluvione del ‘66, quando si scavò il canale e con i sedimenti si alzò la riva nord di via Bissuola. «L’idea è dividere in tre il finanziame­nto e cercare di approvarlo nella prossima finanziari­a», dice il deputato pd Nicola Pellicani. «Facciamo a tranche — ha proposto il consiglier­e regionale Bruno Pigozzo — così il Consorzio può finalmente cominciare ad appaltare».

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In terra e in acqua La manifestaz­ione di ieri mattina per chiedere un rapido intervento della Regione per sistemare il Marzenego

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