Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Bpvi, Fabi assolta in appello dall’accusa di aver diffamato l’ex vicedirettore Cauduro
VENEZIA La Fabi non ha diffamato l’ex vicedirettore Bpvi Adriano Cauduro. La decisione presa dal tribunale civile di Monza l’anno scorso, a cui Cauduro si era rivolto chiedendo 250 mila euro di danni, è stata confermata anche dalla Corte d’appello di Milano, a cui si era rivolto il manager, rigettando il ricorso contro il sindacato dei bancari e il suo segretario Giuliano Xausa. Al centro del contendere due volantini e una frase pronunciata in un incontro sindacale, che sollecitava spiegazioni sul mancato licenziamento di Cauduro «perché non poteva non sapere». Sul primo volantino, di fine 2015, che aveva chiesto l’interruzione del rapporto di lavoro per il dirigente, ritenendolo «tra i responsabili della situazione in cui versiamo», il tribunale definisce «eccentrica la ricostruzione di Cauduro di una valutazione che lo ritiene complice di fatti criminosi». Sulla frase dell’incontro, scrive il tribunale, «non emerge pretesa di proporre come vera la responsabilità penale del medesimo, ma solo la necessità politica di un rinnovamento generale». Sul volantino in cui, secondo Cauduro, la Fabi lo accusava di essere un bandito, per il tribunale invece l’uso della parola è fatto in un quadro generale, «senza allusione alla persona di Cauduro».