Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Referendum, il ministro Stefani: «La legge Delrio deve essere rivista»
Divisione, il governo ritira il ricorso. Ovazione dei Comitati. M5s: atto di giustizia
VENEZIA «La legge Delrio ha varie criticità. Io ho una mia opinione su questa norma: spero e auspico che possa essere rivista». Il ministro agli Affari regionali Erika Stefani annuncia così che sulle Città Metropolitane molto potrebbe cambiare. A cominciare da Venezia, che sta per affrontare la prima prova nella quale la Costituzione e la Legge Delrio fanno letteralmente a cazzotti: il referendum per la divisione di Venezia e Mestre. È il quinto, riproposto con lo stesso quesito da 39 anni e il prossimo appuntamento con le urne è il 30 settembre, fissato dal governatore Luca Zaia. Il governo Gentiloni aveva impugnato davanti alla Corte Costituzionale il provvedimento di indizione e lunedì sera, come da tempo annunciato da Matteo Salvini, il governo giallo-verde ha ritirato il ricorso. «Questo governo ha a cuore le autonomie, rispetta la democrazia tutelando il diritto dei cittadini di esprimersi e lo dimostra con i fatti», aveva argomentato lunedì sera il ministro, annunciando di aver rinunciato al conflitto di attribuzione davanti alla Consulta. «Le motivazioni che erano state riportate nel ricorso facevano leva su una interpretazione ermeneutica di una norma della legge Delrio - approfondisce Stefani - Opinabile: il referendum non è lesivo della norma», spiega. Dopo quattro anni di dibattito tra istituzioni e giuristi se il referendum si possa fare o meno, il governo ha mostrato di avere le idee chiare: si può fare e si farà. La Regione Veneto ha la copertura istituzionale e quella giuridica potrebbe arrivare presto. La legge Delrio che ha portato la novità delle Città Metropolitane ma anche scompiglio nella norma per dividere il capoluogo metropolitano, più che da un pronunciamento della Consulta potrebbe essere infatti chiarita da un intervento del Governo: «Auspico possa essere rivista», invita il ministro. La strada del conflitto di attribuzione di poteri tra Regione e Governo, tramontata col ritiro del ricorso, non sarà rispolverata dalla Città Metropolitana: potrebbe chiedere al Tar di sollevare la questione in via incidentale davanti alla Consulta per mettere la parola fine, ma non lo farà. Perché bisognerebbe mettere in discussione la legge Delrio e a tre mesi dal voto si preferisce puntare su una sentenza di merito che dica chi è legittimato a indire il voto: la Regione o il Comune. Questione del tutto elusa dai commenti politici del giorno dopo: basta che si voti. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, Riccardo Fraccaro: «È stato riconosciuto il diritto dei cittadini di esprimersi sul riassetto amministrativo deciso per far fronte alle mutate condizioni sociali ed economiche del territorio- dice - È stato pertanto escluso l’intervento statale che un’impropria interpretazione della legge Delrio avrebbe comportato, al fine di evitare una ingiustificata compressione delle prerogative del legislatore regionale. L’orientamento del Governo è non interferire in scelte locali legittime». La preoccupazione della Regione era appunto la legittimità di una consultazione che si trova all’incrocio di una tempesta perfetta tra leggi. Tutto risolto. «La rinuncia al ricorso proposta dal Presidente Conte è un atto di giustizia nei confronti dei cittadini e delle cittadine di Mestre e Venezia», annuisce la senatrice del M5S Orietta Vanin. Un plauso corale arriva dai comitati separatisti: «La coalizione LegaM5S si dimostra coerente per un’Italia e un’Europa fatta di Popoli e non di governanti al seguito delle èlites finanziarie internazionali – dicono Marco Sitran e Maurizio Marchetto del Comitato MestreVenezia due grandi Città, Stefano Chiaromanni del Movimento Autonomia di Mestre, Giovanni Armellin di MuoverSI e Gian Angelo Bellati del MoVa- Un altro importante passo (dopo il referendum per l’autonomia del Veneto) verso il federalismo, atteso da oltre 150 anni nel nostro Paese: non possiamo che ringraziare l’ottimo lavoro di squadra del nuovo Governo».