Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Ringo Starr A Marostica il mito Beatles

Il batterista dei Fab Four domani sera in piazza degli Scacchi a Marostica con una superband che conta Steve Lukather e Gregg Rolie. Solo quattro pezzi dal repertorio del gruppo di Liverpool, il resto abbraccerà la storia del rock

- Verni

Proprio ieri Sir Richard Henry Starkey ha festeggiat­o il compleanno, 78 anni vissuti da stella. Ringo Starr una leggenda della musica contempora­nea lo è d’ufficio, batterista dei Beatles dal 1962 (scelto per sostituire Pete Best) fino alla fine della storia del quartetto di Liverpool. Una stella che brillerà domani sera in piazza degli Scacchi a Marostica, Vicenza, evento del Marostica Summer Festival (ore 21.30, info www.marosticas­ummerfesti­val.it).

Il batterista che ha dato il beat al gruppo più celebre della storia della musica, si esibirà con la sua «All Starr Band», una formazione d’eccellenza che unisce musicisti già entrati nella storia per il ruolo in altre band. Ecco che alla chitarra si troverà Steve Lukather dei Toto, alle tastiere Gregg Rolie (Santana e Journey) al basso Graham Gouldman (10CC), alla seconda chitarra Colin Hay (Men at Work), al sax, tastiere e percussion­i Warren Ham (Kansas) e, alla batteria, Gregg Bissonette (David Lee Roth). Ringo con la sua super band ha appena concluso un tour che è cominciato a Las Vegas ed è terminato con la performanc­e al Beacon Theater di New York.

La data di Marostica è legata alla promozione del nuovo album di Starr, «Give more love», uscito a metà settembre. Il disco ha visto anche la collaboraz­ione dell’altro Fab Four, Paul McCartney, che ha suonato il basso in We’re on the road again (qui «Macca» ha pure cantato) e in Show me the way, entrambi pezzi scritti da Starkey assieme a Lukather. «Sono stato fortunato perché ho suonato sui dischi di John (Lennon, ndr) e George (Harrison, ndr) – ha ricordato Ringo - ho fatto canzoni con Paul (McCartney, ndr) e

tutti loro sono stati nei miei dischi, John ha scritto una canzone per me, George aveva prodotto It don’t come easy».

Fresco della nomina a Cavaliere dell’Ordine Britannico, Starr è stato il batterista dei

Beatles dal 1962 al 1970. Certo, tra Lennon, McCartney e Harrison, non ha avuto molto spazio nella scrittura dei brani dei Fab Four per il quale ha composto due sole canzoni, neppure immortali, come Don’t pass me by e Octopus’s garden. Ma il suo modo originale di suonare ha influenzat­o il gruppo, entrando e plasmandon­e il sound. Magari la sua tecnica non è stata mai eccelsa, ma è stato sempliceme­nte perfetto per i Beatles. Nel 2011 è stato messo al quattordic­esimo posto nella lista dei migliori batteristi di tutti i tempi redatta da Rolling Stone, e nel 2015 è entrato, anche in veste di solista, nella Rock

and Roll Hall of Fame.

Il concerto di domani non sarà incentrato sul repertorio dei Fab Four (quattro pezzi

sulla ventina in scaletta), ma abbraccerà la storia del rock, da Santana ai Toto fino ai Men at Work, tutto con l’allegria e lo spirito d’amicizia del «peace and love» di cui Ringo è alfiere da sempre. «La All Starr Band funziona così - ha spiegato Ringo - io scelgo 12 canzoni, poi ognuno degli altri 4 membri ne sceglie 3 delle sue.

Quelle garantite, quelle che ci saranno di sicuro, sono With a little help from my friends,

Yellow submarine e anche Matchbox di Carl Perkins».

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Mito Ringo Starr n concerto: il suo tour è partito da Las vegas

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