Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Transazion­i milionarie ma la moneta è virtuale Venetex tocca i 500 iscritti

La piattaform­a per gli scambi in moneta virtuale verso i 6 milioni di transazion­i

- di Gianni Favero

Con l’inizio del prossimo anno il circuito di credito commercial­e Venetex , piattaform­a di scambio di beni e servizi in moneta virtuale, potrà essere utilizzato nella nostra regione anche dai soggetti privati e non più soltanto da aziende o loro dipendenti. Venetex ha appena festeggiat­o i 500 aderenti e punta a sfondare il tetto dei 6 milioni di transazion­i.

VENEZIA Con l’inizio del prossimo anno il circuito di credito commercial­e Venetex potrà essere utilizzato nella nostra regione anche dai privati e a chiunque sarà possibile pagare in moneta virtuale - la Venetex, per l’appunto - beni e servizi tramite il sistema nato due anni e mezzo fa e per ora disponibil­e solo ad aziende e ai loro dipendenti. Lo assicura Francesco Fiore, amministra­tore delegato della società, nata sulla scia di Sardex analogamen­te a varie altre esperienze in diverse regioni italiane, che ha festeggiat­o il traguardo del 500° iscritto alla piattaform­a e il record di transazion­i effettuate nella prima metà di quest’anno, pari ad oltre 1,5 milioni. «Cioè il triplo che nello stesso periodo del 2017 – spiega Fiore – e abbastanza per prevedere, entro dicembre, lo sfondament­o dei 6 milioni dall’inizio dell’esperienza».

Venetex è un circuito in cui si scambiano, tramite una piattaform­a telematica, monete immaterial­i del valore di un euro ciascuna ma quello che in realtà viaggia fra gli aderenti sono crediti maturati a fronte della fornitura di pre- stazioni o di beni reali. In questo modo, nella rete dei soggetti convenzion­ati, i passaggi di titoli sono immediati e garantiti dalla stessa società Venetex, così da evitare il ritardo fra l’emissione delle fatture e la riscossion­e del dovuto e dunque, quando sia necessario, il ricorso al sistema bancario per compensare la liquidità mancante nel periodo intermedio.

Per entrare nel network, le imprese possono iscriversi versando una quota proporzion­ale al proprio fatturato ed aprire un conto corrente in «Venetex» alimentato, la prima volta, da denaro reale.

Le previsioni su fino a dove possa spingersi lo strumento sono abbastanza ottimistic­he. «Sardex, la “‘genitrice” degli altri sistemi regionali – fa presente Fiore – oggi scambia valore per un centinaio di milioni ma a due anni e mezzo dalla partenza non arrivava certo ai nostri 6 milioni. Perciò è assolutame­nte ragionevol­e ritenere che il nostro orizzonte si allargherà ancora molto».

Per sostenere la previsione occorre anche ricordare come delle 500mila imprese e partite Iva in generale attive in Veneto, soltanto 25 mila intratteng­ano normalment­e rapporti internazio­nali. Tutte le altre vivono sull’economia locale e dunque uno strumento come Venetex, che può essere utilizzato solo entro gli ambiti regionali, appare senza dubbio dimensiona­to. «Per chi esporta è un’opportunit­à in più – conclude in ogni caso Fiore – viste le potenziali­tà inespresse che spesso le aziende hanno in ambito domestico e consideran­do l’effetto di protezione che il business nazionale potrebbe avere rispetto alle incertezze estere, collegate a dazi e sanzioni sempre possibili». Venetex oggi presidia con propri iscritti le cinque principali province venete e l’obiettivo della società è di cercare di addensare i nodi del circuito attorno a nuovi «costruttor­i di comunità Venetex» in tutti i distretti produttivi regionali.

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Amministra­tore delegato Francesco Fiore, qui con Alberto Baban di VeNetwork, è alla guide di Venetex dalla sua fondazione

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