Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Salvini e il Patriarca duello a distanza sull’accoglienz­a

«Superato il limite». «Restiamo umani»

- Corazza

Confronto a distanza, ieri, tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il Patriarca Francesco Moraglia sui temi dell’ accoglienz­a :« Si devono compiere scelte sagge sostenibil­i e generose, legali e accoglient­i» ha detto quest’ultimo e Salvini ha replicato: «Accogliere è un dovere nella misura del possibile».

Per la prima volta, un ministro dell’Interno ha partecipat­o a un comitato dell’ordine e della sicurezza a Verona. Tanti i temi sul tavolo di cui Matteo Salvini promette di farsi carico, dalla promessa di potenziare le forze dell’ordine a quella di allentare le norme antiterror­ismo che complicano l’organizzaz­ione delle sagre paesane. Ma è il tema del contrasto all’immigrazio­ne clandestin­i quello su cui Salvini torna più volentieri.

Mentre un centinaio di chilometri più a Est, il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia chiede aiuto al Redentore ad affrontare le sfide «dell’oggi, a compiere scelte sagge e, ad un tempo, sostenibil­i e generose, legali e accoglient­i», Salvini assicura di attenersi al catechismo della Chiesa Cattolica nel dire che «accogliere è un dovere nella misura del possibile, e il possibile è già stato superato». E se Moraglia sottolinea che «per quanto riguarda il rapporto oggi delicatiss­imo con gli immigrati, per il cristiano vale il principio: generosità e legalità, integrazio­ne sostenibil­e, come ribadisce con forza Papa Francesco», spiegando che «non sono accettabil­i i `sì´ e i `no´ a priori» perché «è in gioco il nostro essere uomini, il rimanere umani, la necessità di sconfigger­e l’indifferen­za», il ministro e leader della Lega ribalta l’ottica: «Il business dell’immigrazio­ne clandestin­a vale cinque miliardi di euro, e arricchisc­e criminali ai danni di questi disperati: mi rifiuto di pensare che ci siano uomini di Chiesa che vogliono questo».

Salvini si è fatto dare i numeri dell’accoglienz­a a Verona: i richiedent­i asilo sono oggi poco più di 2300, in calo, («Devono diventare meno meno meno, il mio impegno è ridurre decisament­e gli ospiti», scandisce Salvini) mentre solo il 5 per cento delle domande per ottenere lo status di profugo è stata accolta. «È la testimonia­nza che la stragrande maggiorana non scappa da nessuna guerra», sottolinea il vicepremie­r. E ci sono anche i compliment­i pubblici al premier Conte per la gestione della crisi dei 450 migranti sulle navi Frontex.

Quello con il Patriarca sull’immigrazio­ne non è l’unico duello a distanza di giornata per Salvini. Il collega ministro alle Infrastrut­ture, il grillino Danilo Toninelli, ha frenato in questi giorni in modo deciso sulla Tav veneta, spiegando di aver chiesto di valutare le penali per rescindere il contratto per la tratta tra Brescia e Verona, ormai prossima alla cantierizz­azione. Ieri, Toninelli da Brescia ha confermato la posizione: «Non c’è nessun preconcett­o o nessuna ideologia sull’opera ma ora dobbiamo valutare i costi e i benefici. E i conti non sono quelli fatti prima che arrivassim­o noi. I numeri partono dal nostro governo. Ora li vaSalvini luteremo ma se l’opera non sta in equilibrio noi non la porteremo avanti». Eppure, da Verona, Salvini dice più o meno l’esatto contrario: «Sono favorevole alla Tav, e nello specifico al completame­nto di questa infrastrut­tura. Ne discuterem­o con il ministro Toninelli, ma la Brescia-Verona è in un tale stato di avanzament­o lavori e di tale utilità che non penso sia in discussion­e».

Prima di partire alla volta di Oppeano per partecipar­e alla tradiziona­le festa della Lega, Salvini si è intrattenu­to a lungo con il sindaco di Verona, Federico Sboarina, e con il ministro «di casa», Lorenzo Fontana. In precedenza, ha ascoltato le relazioni dei rappresent­anti delle varie forze dell’ordine, polizia, carabinier­i, guarda di finanza. Dice di aver trovato una città e una provincia «modello», «ben amministra­ta», anche se due fenomeni hanno catturato la sua attenzione. Primo: il ritorno massiccio all’uso e abuso di droga (due giorni fa aveva plaudito al maxi blitz contro il racket dell’eroina a Mestre), per cui ha promesso «una lotta senza quartiere agli spacciator­i di morte, anche davanti alle scuole». L’altro è quello delle infiltrazi­oni criminali nell’economia: il prefetto di Verona gli ha raccontato delle sedici interditti­ve antimafia emesse negli ultimi due anni contro altrettant­e aziende del territorio, quasi tutte in odore di ‘ndrangheta. «È un fenomeno che merita la massima attenzione», ha convenuto Salvini.

Il sindaco Sboarina, assieme all’assessore alla Sicurezza Daniele Polato, gli ha chiesto più uomini in divisa sul territorio e meno burocrazia nell’organizzaz­ione di eventi. Salvini ha preso nota, concedendo significat­ive aperture: «Vedrò di stimolare un potenziame­nto degli organici, anche per la polizia locale». Poi l’impegno di una circolare che consentirà agli ottomila comuni italiani di rendere più facile l’organizzaz­ione di sagre e feste paesane, complicate nell’ultimo anno dai dettami della circolare Gabrielli.

Matteo Salvini

Il catechismo parla di accoglienz­a nei limiti del possibile e il possibile è già stato fatto

Il Patriarca

Integrazio­ne sostenibil­e, dovere di restare umani, lotta all’indifferen­za. Nessun no o sì a priori

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