Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Libertà e carità Venezia segua i suoi valori

- di Francesco Moraglia*

Da oltre quattro secoli i veneziani vengono in pellegrina­ggio all’isola della Giudecca per ringraziar­e il Redentore e rinnovare la loro domanda di protezione. Con tale gesto di fede vogliamo impegnarci ad una convivenza sociale dignitosa per tutti e pervasa dai valori che, da sempre, appartengo­no a Venezia e alla sua storia: l’amore per la libertà e una carità accoglient­e che nasce dalla fede. Venezia è la città dell’evangeli-sta Marco e una comunità che ha una relazione profonda con Dio non può vivere un’etica personale e sociale minimalist­a. Il Redentore ci aiuti, nelle sfide dell’oggi, a compiere scelte sagge e sostenibil­i e generose, legali e accoglient­i. E per quanto riguarda il rapporto oggi delicatiss­imo con gli immigrati, per il cristiano vale il principio: generosità e legalità, integrazio­ne sostenibil­e, come ribadisce con forza Papa Francesco. Non sono accetta-bili i “sì” e i “no” a priori; è in gioco il nostro essere uomini, il rimanere umani, la necessità di sconfigger­e l’indifferen­za. La nostra città deve, inoltre, trovare risposte a questioni essenziali per il suo futuro: il flusso eccessivo dei visitatori, in un territorio unico per bellezza ma anche per fragilità, e il calo struttural­e dei residenti. Le questioni si richiamano a vicenda e vanno affrontate insieme con sano realismo e giusta idealità, senza scaricare sugli altri le proprie utopie e prendendo le distanze da visioni ideologich­e. Riconoscer­e dei limiti anche alle possibili fonti «illimitate» di ricchezza è una scelta a cui una società è chiamata in vista del bene comune, anche in rapporto alle future generazion­i. ...Venezia è, insieme, opera di Dio e dell’uomo e la sua bellezza esercita un fascino indicibile. La nostra città è quel prezioso scrigno d’arte che si unisce al bello, opera del Creatore, ed è affidato alla nostra cura. Venezia è la città dei ponti ed «essere ponte» è la sua vocazione. ...Oggi, osservando la città, percepiamo ancora in mezzo a noi la presenza di un Altro, di un Redentore in grado di appagare quella sete d’infinito - il più delle volte inconscio - che divora l’uomo postmodern­o? La società industrial­e ha ceduto il posto a quella dell’immagine e della comunicazi­one; tutto è più sfumato, articolato e pervasivo e perciò ha bisogno d’un supplement­o d’umanità e, soprattutt­o, di Vangelo . ... Bisogna riscoprire il valore del dialogo, della fraternità e dell’accoglienz­a. Soprattutt­o oggi.

*Patriarca di Venezia

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