Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Via Piave, la sfida del gelataio «Riprendiamoci la strada, adesso»
L’appello di Mivè: «Usiamo questo tempo senza criminali». Martedì aperitivo
MESTRE «Vogliamo dare un segnale, subito, sfruttando questa finestra di tempo in cui finalmente i criminali sono stati eliminati dal quartiere. Ma dobbiamo farlo immediatamente, dobbiamo riconquistare via Piave prima che qualche altra organizzazione malavitosa provi ad approfittare del vuoto nell’offerta di droga, facendo tornare tutto come prima. Ecco perché da lunedì saremo ai giardinetti con il nostro “carretto dei gelati”». Peiman Charkhandaz, titolare della gelateria Mivé di via Carducci, non ha paura di mettersi in gioco. E lancia un appello a tutti - commercianti, associazioni, istituzioni- perché si uniscano alla campagna di «liberazione» della zona stazione, con l’obiettivo di non vanificare quanto ottenuto dalla polizia attraverso la maxi retata di martedì.
Nato a Mestre nel 1985 da genitori iraniani, Peiman da sei anni ha deciso di lasciarsi alle spalle la laurea in statistica e, assieme alla sua socia e moglie Alice Coldebella (anche lei laureata, ma in turismo culturale), si è lanciato nell’avventura del gelato. La giovane coppia combatte da allora contro il degrado mestrino, da quando ha aperto il suo banco in via Carducci, una delle zone «calde» della città. Poi, l’anno scorso, l’idea di lottare non solo per una strada, ma per tutti gli spazi contesi: trasformando una piccola vettura elettrica in un moderno carretto da gelataio - subito ribattezzato «Mivé Car» - Alice e Peiman sono andati alla conquista di parco Albanese, parco Piraghetto e, da domani, dei giardini di via Piave (ma già si pensa anche a quartiere Pertini), opponendo ai richiami sussurrati degli spacciatori lo scampanellio del carretto e gli strilli entusiasti dei bambini. «Ce lo chiedono i nostri clienti, tanti abitano proprio davanti alla stazione.Non possiamo però essere gli unici in prima linea - rimarca il 33enne - speriamo che come noi altri decidano di muoversi».
In effetti l’urgenza di sfruttare questa finestra di opportunità è sentita anche dai diversi gruppi che da anni lottano per il quartiere, a cominciare dal gruppo di lavoro di via Piave. Martedì, alle 19, è previsto un «aperitivo spontaneo», sempre nell’area verde, proprio allo scopo di raccogliere idee e organizzare qualche iniziativa. E poco importa se, al netto del nuovo regolamento comunale, si rischierebbe la multa. «Ci saremo anche noi - assicura Stefano Giacomazzi di Viva Piraghetto, l’associazione che negli ultimi anni è riuscita a restituire alla collettività il difficile spazio di via Catalani - Siamo pronti a sporgere la testa fuori dal parco e mettere a disposizione la nostra esperienza. Sarebbe bello organizzare una festa diffusa, replicata in tutte le aree pubbliche di Mestre, contemporaneamente. Un “infradito party” a base di musica e divertimenti».
Pronta a tornare anche Coldiretti, anche se con tempi necessariamente più lunghi: «Speriamo di riprendere con il mercato in autunno, dopo esserci confrontati con l’amministrazione comunale spiega Stefano Ervas, presidente di Campagna amica Ma servono altre attività oltre alle bancarelle: eventi, feste, animazione. Gli agricoltori, soli, non possono salvare via Piave».
Ci sta già pensando anche Kamrul Syed, portavoce della comunità bengalese: «Non possiamo organizzare qualcosa dall’oggi al domani, serve il benestare del Comune, ma sarebbe bello portare nei giardinetti dei giochi per bambini, magari coordinandosi con i ragazzi della gelateria per un “turno pomeridiano”». Meno fiducioso Fabrizio Preo, che punta il dito contro Ca’ Farsetti: «Noi continueremo con le nostre attività, prima tra tutte quella di rivitalizzare le vetrine vuote, ma serve anche l’impegno dell’amministrazione, che spesso latita».
La grande retata Cittadini e associazioni si mobilitano dopo la grande retata con 25 arresti