Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Tartaruga rara nuota in laguna Il ritorno di tonni e pesci luna

In pochi giorni avvistata due volte. E la foca spunta a Chioggia

- Di Elisa Lorenzini

VENEZIA Più di qualcuno l’ha scambiata per la foca monaca: dorso scuro e forma un po’ allungata. Invece si trattava di una tartaruga assai rara nelle nostre acque interne, la tartaruga liuto (Dermochely­s coriacea). Nuotava sabato pomeriggio all’altezza del terminal di San Leonardo, in bocca di Porto degli Alberoni. A quanto pare la tartaruga è riuscita a sfuggire alle eliche delle barche del Redentore: la mattina era stata avvistata a Fusina. Come spiegano gli esperti potrebbe essere entrata in laguna perché spinta dalla corrente o per curiosità. Si tratta di un esemplare di grandi dimensioni, con un carapace di un metro. «La persona che ci ha fornito la segnalazio­ne ha visto l’animale da vicino e ha descritto un carapace scuro, nero, non confondibi­le con la specie caretta caretta che invece è di color marrone – spiega Paolo Perlasca coordinato­re del programma Wwf sulle tartarughe del litorale veneto – il carapace della liuto ha sette creste longitudin­ali, è molto particolar­e». Nello stesso giorno sono arrivate anche alcune segnalazio­ni di presunti avvistamen­ti della foca monaca, ma, secondo il Wwf, dal momento che zona e orario degli avvistamen­ti coincidono, si tratterebb­e della stessa tartaruga. Il Wwf invita chiunque abbia immagini a fornirle, e soprattutt­o invita i diportisti a moderare la velocità in laguna e di tenersi lontani da eventuali animali avvistati: un impatto potrebbe causare danni gravissimi al carapace e agli organi interni. Rarissima fino a qualche anno fa, la tartaruga liuto è stata avvistata già un paio di volte negli ultimi anni in mare Adriatico. Un esemplare è stato trovato morto sul nostro litorale oltre cinque anni fa ed è stato conservato per essere esposto al Museo di Storia Naturale. Un’altra tartaruga liuto è stata pescata dai pescatori al largo di Chioggia, ma è morta, una terza più piccola è stata pescata nella stessa zona e salvata dai pescatori che l’hanno liberata.

La foca monaca pare invece si sia fatta vedere sul serio il 10 luglio alle foci del Brenta, mentre la segnalazio­ne di un nuovo avvistamen­to sempre nella stessa zona è arrivata alla Lipu ieri. Il 10 luglio la foca è stata vista cacciare vicino alla

Wwf

Chi avvista l’esemplare Liuto ci avvisi. State lontani per non danneggiar­le con le eliche

diga di Isola Verde. «La foca si trovava poco prima dell’uscita del canale del Brenta a ridosso degli scogli- racconta Tania L’abbiamo osservata per una ventina di minuti». La Lipu è sempre cauta verso le segnalazio­ni, ma dalle prime verifiche l’avvistamen­to è confermato. «È probabile che sia una giovane foca provenient­e dalle colonie dell’Istria – spiega Gianpaolo Pamio della Lipu Venezia – questa è una zona ricca di cefali e loro ne vanno ghiotte». Tartarughe, tonni, delfini, la foca monaca e pesci luna come quello filmato al Lido qualche mese fa sono i grandi ritorni nel mare Adriatico, al centro degli studi dei ricercator­i. «Il pesce luna e la tartaruga liuto mangiano meduse dunque può non essere un caso il loro ritorno – spiega Luca Mizzan direttore del Museo di Storia Naturale di Venezia riferendos­i all’aumento di meduse registrato negli ultimi anni – Quanto alla maggiore presenza di tonni e delfini potrebbe essere dovuta al migliorame­nto delle nostre acque ora che c’è più controllo degli inquinanti delle plastiche abbandonat­e».

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