Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

L’impresa non fa per i giovani Più fallimenti ma anche lavoratori

Crosta: vivi per l’unione con Rovigo, così facciano pure i sindaci

- Di Gloria Bertasi

MESTRE Gli imprendito­ri sono sempre più anziani e i giovani non riescono ad investire e gestire un’impresa. Il lavoro però non manca, anche se non crescono i contratti a tempo indetermin­ato. Dopo anni da lacrime e sangue per le imprese veneziane, nel 2017 la situazione è migliorata, le percentual­i sono ancora basse ma un saldo positivo dello 0,5 per cento nel numero di aziende attive rispetto al 2016 fa sperare che l’economia si stia riprendend­o.

Ieri, in occasione del terzo compleanno della fusione tra Venezia e Rovigo, la Camera di commercio ha presentato i numeri dell’andamento del sistema produttivo del territorio. Nel Veneziano, le imprese iscritte alla Camera sono 100.179 (più 0,3 per cento dal 2016) e le attive sono 89.956 (+0,5%), c’è tuttavia un dato dolente: le nuove iscrizioni sono scese da 4.629 a 4.351 (meno 6%). «Dal 2015, c’è una sostanzial­e tenuta», ha spiegato il segretario Roberto Crosta. L’export è cresciuto del 2,2 per cento, l’import dell’11,8 e, sul fronte lavoro, gli occupati sono saliti del 5,5 mentre le persone in cerca di occupazion­e sono scese del 29 per cento. Calano gli inattivi (meno 6,7%), il tasso di occupazion­e si attesta al 67,4% e la disoccupaz­ione al 4,8 tra i 15 e i 64 anni: «Ma non aumentano i tempi indetermin­ati», ha precisato la Camera di commercio. Inoltre, nella fascia d’età 15-29 anni la situazione resta critica: la disoccupaz­ione, nel 2017, era all’8,1 per cento. E come faticano a trovare lavoro, per gli under 30, è altrettant­o difficile avviare a mantenere viva un’impresa: nel 2017 Venezia ha perso 5.191 aziende giovanili, pari al 4,1%. Altro problema, il 57 per cento degli imprendito­ri ha più di cinquant’anni. Crescono, invece, le aziende individual­i che parlano straniero, più 4,9% pari a 7.514 ditte quasi tutte impiegate nelle costruzion­i. L’anno scorso, sono diminuite le crisi aziendali (meno 23,6%), i licenziame­nti collettivi (meno 64%) e il ricorso alla cassa integrazio­ne (meno 34%), ma sono aumentati i fallimenti (più 3,4). Tra i settori che ancora soffrono per la crisi, in testa troviamo l’agricoltur­a (meno 1,7% di aziende attive), seguono l’edilizia (- 0,3%) e il commercio (0,2).

La presentazi­one dei dati dell’economia locale, ieri, è stata occasione per un bilancio dei primi tre anni di attività della Camera di Commercio Venezia e Rovigo. «Siamo ancora in piedi — ha detto Crosta — Qualcuno era perplesso sull’accorpamen­to ma proprio grazie a questa scelta riusciamo a garantire i servizi». In tre anni, i dipendenti sono scesi da 180 a 156 (18 sono andati in pensione, 5 hanno cambiato lavoro, 1 è deceduto) e c’è il blocco delle assunzioni. «Non fossimo stati uniti, non ce l’avremmo fatta», ha aggiunto il segretario che pensando al flop dell’unione tra i Comuni di Cona e Cavarzere si è lasciato andare al commento che non lascia spazio a troppi dubbi «Ho un’idiosincra­sia per quei politici che per ideologie non agiscono, in futuro la fusione tra Comuni sarà un obbligo come per le Camere di commercio, sarà meglio governare i cambiament­i o subirli?».

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