Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Festa da ballo senza licenza» Sigilli al giardino dell’ex Pesco
Il titolare contesta: ci perseguitano, devo lasciare a casa 40 persone
MESTRE Quando i carabinieri sono entrati stavano tutti ballando in giardino. Peccato che è un ristorante e, come tale, non ha alcuna licenza da locale da ballo. E’ bastato questo a far scattare i sigilli: ieri mattina i militari hanno posto sotto sequestro il «Non è il Pesco» di Tessera, mettendo fuori uso la piscina e il giardino estivo. «Un danno enorme — dice il proprietario, Guerrino Benetazzo —. Mi tocca lasciare a casa 40 dipendenti». I carabinieri si sono presentati nel ristorante di via Trestina, a pochi passi dall’aeroporto Marco Polo, poco prima dell’una di notte.
Si tratta dell’«Eden Venezia», il cui giardino estivo di venerdì diventa «Non è il Pesco». All’interno c’erano circa 150 clienti per una serata iniziata con un live durante la cena e proseguita con un po’ di musica e un dj. «Noi facciamo ristorazione, ma il venerdì mettiamo un po’ di musica. Il dj suona in un angolo ma non siamo un locale da ballo — continua Benetazzo —. I nostri clienti sono professionisti di Mestre e Treviso che vengono qui per una cena, non per ballare. Ci saranno state una decina di persone che si muovevano leggermente. Mi è stato anche detto che la musica era troppo alta ma non era vero. Io controllo sempre e, nel caso, la faccio abbassare. Nessuno si è mai lamentato». Il «Non è il Pesco» — si legge in una nota dei carabinieri — «aveva organizzato una serata danzante pubblicizzata sui social network senza avere alcun tipo di autorizzazione a svolgerla e una totale carenza dei requisiti di sicurezza prescritti per i locali che svolgono trattenimenti danzanti».
Per questi motivi le forze dell’ordine hanno imposto la chiusura forzata del locale con l’allontanamento dei clienti. «Non abbiamo né la pista da ballo né le luci. Per poche persone che si stavano muovendo mi hanno messo fuori uso la piscina e il giardino — precisa il proprietario —. Con tutti i sacrifici che ho fatto mi sembra impossibile: è una persecuzione, nelle ultime settimane sono venuti a fare tre o quattro ispezioni, controllando anche tutti i lavoratori. Ho perso tre compleanni in questo fine settimana per colpa del sequestro e ho tutte le carte in regola. Un’iniziativa come questa non può essere disprezzata, ci sono locali che davvero fanno discoteca a differenza del mio. Così ci mettono in difficoltà, soprattutto perché devo lasciare a casa i dipendenti. La legge va fatta rispettare ma serve buon senso».
I carabinieri hanno denunciato i due rappresentanti legali del locale e l’organizzatore della serata. Benetazzo ha annunciato che presenterà ricorso. Nel frattempo il ristorante, anche se giardino e piscina non sono accessibili, rimane aperto.