Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Asco, ok dei soci: fuori i privati E il Fondo F2i chiede di entrare
Chi vuole recedere dovrà farlo entro il 13 agosto: la Sgr offrirà più di 3,75 euro per azione
PIEVE DI SOLIGO (TREVISO) Nelle intenzioni del Consiglio di amministrazione, ieri, durante l’assemblea di Asco Holding - il cui unico punto all’ordine del giorno era l’approvazione del nuovo statuto -, c’era evidentemente l’idea di non toccare il tema. Ma di fronte a una precisa domanda da parte di uno dei sindaci non si è potuto fare altro che, pur con ogni attenuazione dei toni, ammettere: al fondo F2i, la maggiore Sgr italiana a investire nelle infrastrutture, interessa entrare nel capitale di Asco Holding, offrendo ai proprietari - cioè 90 municipi con oltre il 90% delle quote -, oltre ai due soci privati Plavisgas e Blue Energy, più dei 3,75 euro per azione che verranno pagati a chi eserciterà il diritto di recesso.
I primi azionisti di F2i, è bene ricordarlo, sono la Cassa Depositi e prestiti, Intesa Sanpaolo e Unicredit, all’incirca con il 14% ciascuno. F2i aggrega in portafoglio 18 società dell’energia e dei servizi, impiega 14 mila persone, fattura 3,4 miliardi per un Ebitda di 1,4. Asco Holding, qualora i soci in dissenso con il nuovo statuto decidessero per il recesso, non potrebbe sborsare più di 210 milioni (il 38% del capitale) utilizzando al massimo 22 milioni di denaro contante, 47 milioni di un dividendo straordinario di Ascopiave, azioni di quest’ultima fino a 80 milioni e contrarre un debito massimo per 50. Il che dà un’idea delle proporzioni.
Il nuovo statuto, in ogni caso, è passato con il voto favorevole di 49 sindaci su 77 presenti; contrari, astenuti e assenti avranno perciò il diritto, in astratto, di chiedere la liquidazione del 45,5% del capitale, compreso l’8,6% del privato Plavisgas. Le amministrazioni comunali che vorranno recedere hanno tempo fino al 13 agosto. Questo significa convocare i consigli comunali in tutta fretta, con i cinque giorni di preavviso previsti dalla legge. Ragionare in poche ore, in sostanza, sui 3,75 euro da riscuotere subito o sul valore «superiore» indicato nella proposta di F2i, gruppo che, in un documento di 6 pagine firmato dall’amministratore delegato, Renato Ravanelli, spiega con nettezza alcune cose. La prima: Ascopiave, anche partecipando e vincendo tutte le gare d’ambito, «non raggiunge una dimensione efficiente per affrontare le prossime sfide del settore». La seconda: il progetto è di affidare nel Triveneto «ad un unico veicolo» tutti gli asset di F2i, della sua controllata Rete Gas e di Ascopiave. La terza: che F2i si propone di «riposizionare il business della vendita di gas ed energia elettrica in una Smart energy services», dunque che occorre cambiare l’attuale modello commerciale. La quarta: che l’ingresso di F2i sottintende l’acquisizione di una propria funzione di governance. Dunque partner di capitale ma senz’altro anche industriale. La quinta: che il controllo rimarrebbe agli enti locali purché con un patto preciso con F2i. Una quota marginale resterebbe al mercato «tramite una potenziale combinazione fra Asco Holding e la quotata Ascopiave». Infine, in questo modo la «riforma Madia» sarebbe rispettata, a differenza di quanto avverrà, sostiene F2i, con la sola revisione dello statuto. Senza contare che i Comuni che vogliano monetizzare subito le quote Asco Holding, anche con questa proposta potrebbero farlo senza alcun ritardo.
Insomma - è il senso dell’offerta della Sgr - perché i sindaci non dovrebbero approfittare della maggiore offerta, con la stessa rapidità e senza le incognite legate al fatto che, alle condizioni attuali, se a chiedere il recesso fossero in troppi, di denaro e azioni non ce ne sarebbero per tutti? Dettaglio: la lettera è datata 17 luglio e fa riferimento a un incontro avvenuto il 13 a Pieve di Soligo con i presidenti di Asco Holding, Giuseppe Della Giustina, e di Ascopiave, Nicola Cecconato. Ma almeno la metà dei sindaci la lettera l’ha vista solo ieri, perché distribuita via smartphone non dal presidente ma da uno dei soci.