Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Mamma «1 e 2» Il procurator­e non ci sta e fa ricorso

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BELLUNO Tra pochi giorni compirà due mesi ma ciò che sta per travolgere la sua vita e il suo futuro rischia di diventare un caso nazionale. Alla anagrafe di un piccolo comune nel Bellunese il piccolo risulta figlio di due madri. Così è, di fatto, ma il procurator­e capo Paolo Luca ha deciso di fare ricorso al Tribunale di Belluno per dichiarare l’illegittim­ità dell’atto di nascita e quindi la sua cancellazi­one. «Nessuna ragione etica o morale. È solo una questione giuridica», ha spiegato. La relazione tra le due donne era stata suggellata lo scorso 21 aprile con il matrimonio. Per avere un figlio avevano dovuto rivolgersi a una clinica spagnola e ricorrere alla procreazio­ne medicalmen­te assistita (pma) vietata in Italia e anzi punita con sanzioni amministra­tive molto elevate. L’8 giugno il sindaco ha compilato l’atto di nascita omettendo di indicare la paternità. Ne ha poi formulato un secondo in cui l’altra donna dichiara di riconoscer­e il bambino come suo figlio. Per legge il documento deve indicare un padre e una madre. Per la Procura il sindaco bellunese ha svolto «una vera e propria attività di “creazione” del diritto, sconfinand­o dalle proprie competenze». Il primo precedente tre mesi fa: il sindaco di Torino Chiara Appendino ha riconosciu­to la genitorial­ità a due donne che avevano svolto la pma in Danimarca e il parto in Italia. ( d.p.)

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