Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

Via Piave, riaperti i negozi dello spaccio ma con il coprifuoco

Oggi cinema e samba. I film anche al Pertini

- Eleonora Biral

MESTRE Potranno riaprire, ma solo dalle 8 alle 18. Di sera le serrande dei tre negozi che erano stati chiusi dopo la maxi retata della polizia in via Monte San Michele dovranno rimanere abbassate. Lo ha deciso l’amministra­zione comunale che punta così a mantenere la zona libera da pregiudica­ti e spacciator­i, che prima stazionava­no di fronte alle attività commercial­i. Di pari passo, il Comune intende far rivivere il quartiere rilanciand­o le iniziative che stanno aiutando i cittadini a riprendere possesso di un’area che era sotto il controllo dei pusher nigeriani.

Colpa anche dei tre alimentari, complici dei loro traffici di droga che hanno provocato sedici morti: l’«Asian African Market», il «Ma Italia» e il «Sonali alimentari frutta e verdura». Le indagini della squadra mobile, partite circa un anno fa dopo i primi decessi causati dall’«eroina gialla» a Mestre, avevano dimostrato come molti tra i 41 destinatar­i di misure cautelari (delle quali finora 32 sono state eseguite) fossero abituali frequentat­ori dei tre locali, specie in orario notturno. All’interno di un altro negozio, un salone di parrucchie­ra che era solo una copertura, durante una perquisizi­one nei giorni successivi alla retata era stato trovato il libro mastro, con i conteggi delle entrate e delle uscite dello spaccio. Da qui la decisione del questore di Venezia Vito Danilo Gagliardi di mettere i sigilli, per trenta giorni, ai tre alimentari e di chiedere all’amministra­zione di intervenir­e a sua volta con la linea dura.

«Obiettivo di questa ordinanza è impedire che tornino ad essere luogo di ritrovo di persone pericolose o pregiudica­ti per reati anche gravi», spiega Ca’ Farsetti. Una sorta di «coprifuoco» che mira a tenere lontani gli spacciator­i e a sostituire la loro presenza con quella dei cittadini, come è avvenuto già nelle scorse settimane con il cinema all’aperto. Un’iniziativa che coinvolge commercian­ti, residenti stessi e anche operatori turistici che già venerdì scorso hanno invitato a partecipar­e anche una cinquantin­a di turisti. Il «Cinemoving» ai giardinett­i di via Piave proseguirà anche nei tre venerdì di agosto (oggi è in programma «The Martian» con Matt Damon, gli altri appuntamen­ti sono il 10 e il 17). Oltre alla proiezione, ci saranno anche concerti dal vivo e street food, con l’apertura dello stand gastronomi­co alle 18. Il prossimo passo, per l’amministra­zione, sarà portare queste iniziative anche in altre aree difficili della città, come il parco Bissuola e il quartiere Pertini.

Intanto prosegue la guerra giudiziari­a di coloro che sono finiti in manette. L’avvocato Mauro Serpico, che difende una decina di loro, non molla: aveva chiesto l’annullamen­to degli arresti, contestand­o che dopo la traduzione in inglese dell’ordinanza non fosse stato svolto un nuovo interrogat­orio di garanzia, ma il gip Marta Paccagnell­a l’ha respinto, affermando che gli indagati al telefono parlavano in italiano. «Ma allora perché ha fatto tradurre l’ordinanza?», si chiede l’avvocato Serpico, che ha già presentato un nuovo ricorso al tribunale del riesame.

Guerra in tribunale Scontro legali-gip sull’ordinanza tradotta. Scatta il nuovo ricorso per farli scarcerare

Il Comune Così impediamo che tornino a essere luogo di ritrovo di persone pericolose

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