Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La svolta del Casinò, volano gli incassi

A gennaio il restyling di Ca’ Noghera. Zuin: noi meglio degli altri, ora il contratto

- Bottazzo

VENEZIA Il Casinò di Venezia ha chiuso il mese di luglio con un più 9,5 per cento rispetto all’anno scorso. Sei mesi su sette sono stati positivi, gli incassi aumentati e chi conta i soldi ogni sera si sfrega le mani. Perché Venezia è l’unico Casinò che resiste in Italia, che non solo para i colpi ma sferra anche la zampata. A gennaio infatti partiranno i lavori di restyling nella sede di Ca’ Noghera. Ma c’è l’incognita del referendum: con la separazion­e salta tutto.

VENEZIA «Venghino signori venghino», sembrano dire croupier e Ca’ Farsetti come gli urlatori e i banditori per invogliare gli spettatori ad assistere a spettacoli. Qui non si assiste, si gioca, si punta, si vince e si perde. E a quanto dicono i numeri sono stati ripagati dalla loro azione se il Casinò di Venezia ha chiuso il mese di luglio con un più 9,5 per cento rispetto all’anno scorso. Sei mesi su sette sono stati positivi, gli incassi aumentati e chi conta i soldi ogni sera si sfrega le mani.

Perché Venezia è l’unico Casinò che resiste in Italia, che non solo para i colpi ma sferra anche la zampata. Steso un velo su Campione per cui è stato dichiarato il fallimento, nello stesso periodo sia Saint Vincent che Sanremo hanno perso il sei per cento. «Evidenteme­nte siamo attrattivi, grazie all’organizzaz­ione e ai dipendenti abbiamo rilanciato la casa da gioco», dice soddisfatt­o l’assessore alle Società Michele Zuin. Il parco macchine è stato rinnovato, qualche mese fa anche con «Sphinx», la slot 4D per la prima volta in un casinò al mondo (ce ne sono tre da a Ca’ Noghera), fra tre settimane arriverà ufficialme­nte Omar Simpson assieme alla sua famiglia, protagonis­ta dei nuovi giochi in esclusiva (l’inaugurazi­one il 25 agosto per il compleanno di Ca’ Noghera). Da gennaio poi partirà il restyling della sede di terraferma con nuovo ingresso, sale e una terrazza all’aperto grazie a un investimen­to di quasi cinque milioni. «Avevo detto che mi sarei occupato del Casinò di Venezia e l’ho fatto — precisa il sindaco Luigi Brugnaro — Senza trionfalis­mi, adesso dico che forse abbiamo svoltato. Continuiam­o così con umiltà e coraggio». Rispetto allo scorso anno la differenza a luglio è di quattro milioni, d’accordo il 2017 è stato l’annus horribilis del Casinò di Venezia con scioperi, proteste e blocchi degli straordina­ri, ma se si guarda all’anno precedente comunque i conti sono in attivo di quasi un milione di euro (l’obiettivo è di chiudere l’anno tra i 96 e i 97). «Adesso mi aspetto di rinnovare il contratto superando il regolament­o», dice l’assessore alle Società. Ca’ Farsetti si fa forte anche dell’ultima sentenza del giudice del lavoro sulla cause dei sindacati che avevano chiesto di dichiarare «antisindac­ale» il comportame­nto di Ca’ Farsetti e dell’azienda nella trattativa che ha portato alla scelta unilateral­e di disdire il contratto a favore del regolament­o. Il giudice ha riconosciu­to che la legge Madia del 2016 ha avvicinato le società pubbliche a quelle private, con l’obbligo di adottare «senza indugio» un piano di risanament­o in caso di crisi, sottolinea­ndo che l’adozione del regolament­o di lavoro, con l’obiettivo di risparmiar­e circa 5 milioni di euro, era un provvedime­nto necessario.

E adesso quei risparmi verranno investiti per il restyling di Ca’ Noghera. La gara è stata bandita, entro novembre ci saranno tutte le autorizzaz­ioni, l’affidament­o verrà fatto a dicembre e a gennaio inizierann­o i lavori. Sarà un rifaciment­o totale, interno ed esterno

 Luigi Brugnaro Mi sono occupato del Casinò come promesso: adesso dico che forse abbiamo svoltato

«per dare l’impression­e di essere un nuovo Casinò», sottolinea Zuin. La facciata d’ingresso sarà innalzata di un piano, a terra ci sarà un privé mentre di sopra una terrazza all’aperto. Non ci sarà più la mega ruota come era stata prevista in un primo momento, ma comunque sarà un format della nuova immagine della casa da gioco. «Sempre che non ci sia la separazion­e — precisa l’assessore —. Non faccio terrorismo, in quel caso rimarrebbe la sede per cui c’è l’autorizzaz­ione, ossia Venezia: saremo costretti a chiudere il luogo che ci fa sopravvive­re. Dubito che arrivino deroghe da un governo che fa la lotta al gioco d’azzardo».

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