Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

I genitori «Nostro figlio ricorda che erano in tre»

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TREVISO «Mio figlio è stato ferito con un coltello da cucina dell’Ikea. Si rende conto?». Mentre si contorce le mani nervosamen­te, aspettando che i chirurghi che stanno operando il figlio vengano a dirle che è andato tutto bene, Anna Gatto ripensa a quello che il figlio Pietro Camatta le ha detto nella notte, prima di essere sedato e portato in sala operatoria: «Ci ha raccontato che stava tornado a casa in bicicletta, noi abitiamo poco distante da lì. E che è stato aggredito da tre ragazzi, uno era nero gli altri due bianchi. Ma non ricorda il perché». Anche il papà, Tiziano Camatta, interviene prontament­e: «È presto per dire chi l’ha colpito e perché. Quando ha parlato mio figlio era sotto choc, era ferito gravemente e confuso. Non ricorda bene». Il ragazzo ha raccontato di essere svenuto quando si è reso conto di avere il coltello nel collo, e di essersi ripreso quando l’hanno soccorso. I genitori, nella sala d’attesa dell’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, sono stravolti dalla paura per le condizioni del figlio e increduli rispetto a quello che gli è accaduto. «Non so se sia stato rapinato o accoltella­to per altri motivi - continua il papà come si fa a ipotizzare cosa può essergli successo? Sa come sono i ragazzi. Magari una serata di eccessi, un bullo, una reazione sbagliata... Ma non posso pensare che qualcuno gli abbia fatto male intenziona­lmente. Non voglio proprio crederci». (m.cit.)

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