Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Sàfilo, posti a rischio in tutte le sedi
Trocchia: «Ne parleremo a settembre». Il rilancio tra 2019 e 2020, obiettivo +2% annuo
PADOVA Una questione di riduzione del personale, c’è. Angelo Trocchia, ad del Gruppo Safilo, lo ha detto un po’ a denti stretti, ieri pomeriggio a Padova. Di numeri, per ora non se ne fanno. «È un argomento – ha affermato Trocchia – che abbiamo solo annunciato ai sindacati. Ne riparleremo con loro a settembre. Posso dire che sarà analizzata la situazione stabilimento per stabilimento, per trovare la soluzione migliore e meno impattante».
Il fatto è che si tratta di rimettere a posto i conti della società, attiva nel campo della produzione e distribuzione di occhiali da vista, da sole e sportivi, maschere da sci. Nel 2017 ha fatturato poco più di un miliardo di euro, ma i dati principali del primo semestre del 2018 non sono brillanti, anzi. Le vendite nette sono passate dai 547,2 milioni dei primi sei mesi dell’anno scorso ai 492,2 milioni dello stesso periodo dell’anno in corso. «Anche se – ha chiarito Trocchia – la contrazione vera, a cambi costanti, è pari a 23,7 milioni, e cioè al 4,3%. La riduzione del 10% è dovuta a variazione dei tassi di cambio (cambi correnti)». L’Ebitda è passato da 24,1 milioni a 21,7; e soprattutto si è posta la questione dell’indebitamento finanziario. Da 112,7 milioni, si è arrivati alla soglia dei 171,2. Un aumento consistente, pari al 51,9%. Peraltro si tratta di rifinanziare il debito. C’è una partita da 150 milioni che scade a novembre del 2018. Il direttore finanziario del gruppo Gerd Graesler ha affermato che «se ne sta parlando con le banche di riferimento, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Bnp Paribas». Non è escluso un aumento di capitale. E poi c’è un’altra partita di titoli convertibili, pari sempre a 150 milioni: la scadenza è a maggio del 2019.
Comunque sia, Safilo ha elaborato una strategia per mettere le cose a posto. Riguarda il 2019 e il 2020. «Dobbiamo anzitutto crescere del 2% all’anno, nel biennio – ha affermato Trocchia – tornando in positivo con la liquidità già il prossimo anno. Dobbiamo riallinearci col mercato. Per esempio: quest’ultimo è più focalizzato sugli occhiali da vista, noi su quelli da sole. E poi, se il benchmark industriale prevede Cogs (tutti i costi direttamente connessi alla produzione, tra cui quelli del personale di fabbrica) al 40% delle spese totali e noi siamo al 50%, c’è qualcosa da sistemare». Il fatto è che da una parte l’azienda intende recuperare 30 milioni rafforzando le vendite; dall’altra è determinata a ridurre i costi strutturali per 70 milioni. Come? «Per esempio – ha continuato Trocchia – risparmiando su tutto ciò che compriamo, con una riduzione del numero dei fornitori; e poi mettendo mano all’obsolescenza di alcune strutture, che possono essere rese più efficienti grazie alle nuove tecnologie. Infine, c’è la variabile del personale». Il gruppo ha circa 7mila dipendenti, di cui circa 3mila in Italia, nella sede patavina e negli stabilimenti di Longarone (Belluno), Santa Maria di Sala (Venezia) e Martignacco (Udine). Secondo i sindacati, che hanno incontrato l’azienda ieri mattina, «i risultati di bilancio segnano ancora una volta rosso e delineano una situazione complessiva preoccupante».
A Padova lunedì si terranno le assemblee dei lavoratori, ma secondo i sindacati «i numeri relativi alla riduzione del personale non sono stati, per ora, neppure ipotizzati».