Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Addio all’Euganeo Finalmente il Padova avrà il nuovo stadio
PADOVA I numeri, prima di tutto. Un investimento che oscilla fra i 60 e i 70 milioni di euro, interamente finanziato da privati. Una tabella di marcia che prevede l’inizio dei lavori per maggio del 2020 e la conclusione degli stessi a metà del 2022, al massimo nel 2023. E ancora: capienza di 16.500 posti, quella minima prevista per rientrare nella categoria Uefa 4 e per ospitare eventi di competizioni europee, come ad esempio partite di Europa League e di Champions League. E infine: retail park, nessun centro commerciale come da diktat dell’amministrazione comunale, ma un hotel, un ristorante, negozi, campi da calcio e da calciotto, campi in sintetico, foresteria per il settore giovanile e un centro di medicina sportiva all’avanguardia. Il progetto del nuovo stadio del Calcio Padova che, nelle idee del presidente del club Roberto Bonetto prevederebbe l’abbattimento a stralci dell’Euganeo, decolla. E mette le basi per un finale di 2018 scoppiettante L’area verrebbe completamente riqualificata e la costruzione di un nuovo complesso pensato attorno sulla falsariga del Benito Stirpe di Frosinone sarebbe soltanto uno degli elementi in gioco: «Lo stadio che abbiamo in mente - ha illustrato Bonetto assomiglia a quello di Frosinone. Per portare i tifosi allo stadio dobbiamo lavorare in questo senso, sulla credibilità di quello che intendiamo fare. Dal punto di vista ingegneristico, nel momento in cui il progetto partisse, riusciremmo a giocare le partite casalinghe all’Euganeo durante la fase di costruzione del nuovo complesso. Bonetto non ha voluto svelare l’identità dei finanziatori, a parte quella del socio del Calcio Padova Joseph Oughourlian.
Significativa la presenza, nella conferenza stampa di presentazione dell’assessore allo sport Diego Bonavina. Il quale si è detto molto fiducioso sul buon esito dell’iter: «La soluzione trovata è perfetta. E’ un progetto molto bello perché rivoluziona la città e dà la possibilità di usufruire di una zona difficile e che va assolutamente riqualificata. Ci siamo dati scadenze strette, entro la fine dell’anno, perché anche Venezia e Verona stanno lavorando in tal senso e bisogna fare presto»