Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
«Mia moglie è caduta» Ma l’ha uccisa a furia di botte
Cavarzere, l’assassino era ai domiciliari. Gli investigatori: «Lui aveva una gelosia ossessiva»
Una donna di 37 anni, Maila Beccarello, è stata massacrata di botte dal marito Natalino Boscolo, 35, a Cavarzere, nel Veneziano. Dopo averla uccisa l’uomo, che stava scontando un periodo di detenzione ai domiciliari, ha chiamato i soccorsi sostenendo che la moglie era caduta dalle scale. L’omicidio è avvenuto intorno alle 7 di ieri mattina nell’abitazione della coppia, che aveva da tempo dissidi familiari. Secondo una prima ricostruzione dei militari, Boscolo avrebbe sottoposto la moglie a un pestaggio furioso e, quando l’ambulanza è giunta sul luogo, la donna era già morta. Nelle ultime settimane la donna era stata vista con diversi lividi sul corpo.
CAVARZERE Quando l’ambulanza è arrivata in viale Regina Margherita, intorno alle sei del mattino, i sanitari del Suem si sono trovati di fronte una scena da incubo: ampie macchie di sangue sporcavano i muri esterni della casa, i marmi delle finestre, le sedie di plastica bianca, l’asfalto dell’ingresso. Davanti alla porta, stesa a terra, Maila Beccarello; il suo volto era una maschera rossa, irriconoscibile, il suo polso non dava risposta. In piedi a fianco a lei il marito, Natalino Boscolo Zemello: è stato lui a chiamare il 118, inizialmente borbottando qualcosa riguardo a una violenta caduta dalle scale che aveva lasciato la moglie in fin di vita. Una versione che è crollata subito davanti all’evidenza dei fatti: le tracce di sangue e il corpo senza vita della donna raccontavano un’altra storia, fatta di abusi e gelosie, di ossessioni e brutalità e culminata in un femminicidio, il 39esimo in Italia dall’inizio dell’anno. Un delitto compiuto forse a mani nude, il pestaggio mostruoso di un gigante da 150 chili che infieriva su una donna gracile e impotente. Ma potrebbe anche aver utilizzato una sedia da esterni, in acciaio, che ieri si poteva notare in pezzi in un angolo del giardino.
Maila e Natalino si erano sposati sette anni fa, ma la donna florida, dal volto pieno e sorridente che si riconosce nelle foto delle nozze negli ultimi anni era stata sostituita da una persona diversa: il viso tirato, gli occhi segnati, le braccia ossute forse tradivano un disagio a cui Maila saltuariamente accennava giusto a qualche vecchia amica con cui si teneva in contatto attraverso i social network. Per tutti gli altri la donna - 37 anni compiuti appena una settimana fa - appariva riservata e molto concentrata sulla sua passione per gli animali: i suoi quattro bull terrier erano il suo orgoglio, il suo sostegno erano il fratello Alessandro e la sorella Alice, entrambi però residenti lontano da quella casa a Cavarzere che Maila condivideva con la madre, bisognosa di cure, e con il marito. L’anziana era partita lunedì, per restare qualche tempo ospite dell’altra figlia, e per questo ieri non si trovava al piano superiore della casa.
Zemello, in quella abitazione in affitto, era confinato da circa un anno: agli arresti domiciliari per una tentata estorsione che risale al 2014, in passato avrebbe avuto anche qualche problema con le norme sulla pesca, finendo per rimediare una manciata di sanzioni. L’uomo, originario di Sottomarina, apparentemente si comportava come un detenuto modello, tanto da essersi guadagnato dei permessi giornalieri di uscita che sfruttava per raggiungere la piazza di Cavarzere, di tanto in tanto. Di due anni più giovane della moglie, impegnava il suo tempo tra grigliate in giardino e battute su Facebook. Lei invece negli ultimi tempi cercava lavoro come colf o badante, forse proprio per riuscire a scappare.
Mercoledì nessuno dei vicini ha sentito i due litigare, ma lo scontro deve essere stato furioso: «Probabilmente l’uomo aveva sviluppato una gelosa ossessione nei confronti della moglie - ipotizza il comandante dei carabinieri di Chioggia, Francesco Barone - Crediamo che possa averla uccisa a mani nude dentro casa, anche se è difficile capire in quale stanza: all’interno abbiamo assistito ad uno spettacolo spaventoso, c’era sangue ovunque, disordine e le tracce di qualche maldestro tentativo di ripulire il tutto. Poi l’avrebbe portata all’esterno, forse proprio per evitare che i sanitari entrassero in casa. Resta da capire se, in un attimo di lucidità, abbia tentato di rianimarla o solo di dissimulare il delitto». Zemello ieri non ha parlato: l’interrogatorio di convalida davanti al gip David Calabri e al pm titolare Stefano Buccini, potrebbe svolgersi domani. A difenderlo sarà l’avvocato Andrea Zambon. L’uomo è stato portato nel carcere di Santa Maria Maggiore, con l’accusa di omicidio volontario, aggravato dai futili motivi, dalla crudeltà e dal rapporto di parentela.
Un massacro I soccorritori hanno trovato sangue ovunque, dentro e fuori la casa