Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)
Periferie, Lega e 5 stelle contro i progetti di Venezia Imbarazzo Pd-Fi per l’errore
L’ira di Zaccariotto: follia, si ferma anche la viabilità al Vega
VENEZIA «Quando si schiaccia un bottone senza consapevolezza, si finisce per schiacciare un territorio». L’assessore ai Lavori pubblici Francesca Zaccariotto non è tenera con i senatori veneziani, il loro sì ha infatti avvallato lo stop al Piano delle periferie, che destinava ai Comuni della Città metropolitana 55 milioni di euro: «Non ci sono giustificazioni per quanto accaduto, tutti i procedimenti sono avviati e ora ci troviamo con zero certezze - tuona - c’è il rischio che salti anche l’operazione del Vega (nuova stazione ferroviaria e viabilità, finanziata con fondi Mise, ndr), un pacchetto di interventi atteso da anni». A Venezia potrebbero non partire anche i lavori al Palazzo del Casinò del Lido (13 milioni) e il completamento della Cittadella della giustizia (17 milioni). «Follia - si sfoga l’assessore - Non si può fare come con la tela di Penelope, di giorno si fila e di notte si disfa, i nostri eletti avrebbero dovuto contattarci e chiederci. Ora, al di là del colore politico, devono risolvere la situazione». L’emendamento che rinvia i finanziamenti di tutta Italia è stato presentato dalla Lega, ma in aula è passato all’unanimità. E ora Forza Italia e Pd, che ammettono di aver votato senza sapere, promettono battaglia alla Camera a settembre. Lega e M5s, ossia la maggioranza al governo, difendono la propria scelta. «Sul “Fondo periferie” si è rimediato ad un errore del Pd dicono i parlamentari veneti del Carroccio - Solo il 15 per cento dei progetti del bando è esecutivo e per questo il governo ha posticipato 96 progetti con un emendamento votato all’unanimità, così il governo ha liberato 2 miliardi per i Comuni che vantano avanzo di bilancio». Per il futuro le opere di «alto valore» potranno essere recuperate, ma di rimettere mano ai fondi del Piano non se ne parla, lo conferma l’onorevole Sergio Vallotto (Lega): «A settembre vedremo se ci sono i margini per intervenire, già diversi progetti erano andati avanti dice - per Venezia è da capire se i progetti erano davvero già esecutivi. Però abbiamo sbloccato gli avanzi di bilancio e le amministrazioni possono investire nel territorio». Aggiunge la senatrice 5s Orietta Vanin: «I progetti andranno verificati uno ad uno, non tutti erano per le periferie, la commissione, ad esempio, ha fatto notare che piazzale Roma (Cittadella della giustizia, ndr) non è periferia - spiega poi nel veneziano ci sono le stazioni del sistema ferroviario metropolitano: è corretto usare quei soldi per queste attività? Brugnaro non dovrebbe prendersela con il governo che applica le regole: Venezia era fuori dai primi 24 progetti finanziati, è stata riammessa per “dinamiche altre”». Ma le proteste arrivano anche da Mira, dove era finanziata la pista ciclabile con Marano: «Basta penalizzare le periferie - protesta il sindaco Marco Dori Non è accettabile la logica che un nuovo governo butta via tutto». Il Pd promette battaglia e punta ad una convergenza tra onorevoli per il ritiro o la modifica dell’emendamento. «I grillini parlano di riqualificazione, smart city e poi bocciano il più grande investimento di rigenerazione urbana mai avviato in Italia commenta il senatore dem Andrea Ferrazzi - Non lasceremo passare questa decisione: sono state firmate convenzioni che sono contratti vincolanti». Vanin contrattacca: «Le convenzioni erano firmate senza certezze economiche». Lega e 5s ricordano che il provvedimento, in alcune parti, era stato bocciato dalla Corte costituzionale perché non prevede un’intesa con le Regioni nelle materie di competenza regionale. Vuole chiarimenti da Roma anche LeU, «in commissione era stato detto che l’emendamento evitava il blocco delle risorse dopo la pronuncia della Consulta, il governo chiarisca e faccia marcia indietro», dicono i senatori. Nell’opposizione il voto dato all’unanimità «brucia». «Quel testo - attacca Ferrazzi - è passato solo in commissione Finanza, con un titolo camuffato, gli emendamenti erano 700». Il collega forzista Andrea Causin ammette lo sbaglio: «Una grave distrazione - fa ammenda - ma l’emendamento era scritto in geroglifico e chi era in commissione non lo ha capito».
Vallotto (Lega) Bisogna vedere se i piani sono davvero già esecutivi, solo il 15 per cento lo era
Vanin (5s) Non mi pare che la Cittadella della giustizia o le stazioni siano periferia
Lo scontro
Ferrazzi: «I grillini parlano di smart city e bloccano tutto, non glielo faremo passare»