Corriere del Veneto (Venezia e Mestre)

La fiaccolata di denuncia e l’appello dei carabinier­i

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Una fiaccolata per ricordare Maila e per riflettere sul tema della violenza sulle donne. Cavarzere scende in piazza stasera, dopo l’efferato omicidio di Maila Beccarello, uccisa nella sua casa due giorni fa dal marito Natalino Boscolo Zemello. L’iniziativa è partita dal Comune, che ha diffuso un invito rivolto a tutti i cittadini: «L’amministra­zione comunale di Cavarzere, certa di interpreta­re i sentimenti di tutti i cittadini, esprime il più vivo cordoglio e profondo sconcerto per la tragica morte di Maila», si legge nel volantino. Che prosegue accomunand­o la vicenda della mamma 37enne a quella di tante altre donne in Italia, colpite dalla violenza e vittime di femminicid­io: «Ricorderem­o Maila, esprimerem­o la nostra vicinanza a tutte le donne vittime di violenza e cercheremo di riflettere su questo problema (che oggi fa irruzione nella vita della nostra comunità) con una fiaccolata». La marcia partirà alle 21 in piazza del Municipio per poi proseguire attraverso le vie del paese. Intanto, sui social c’è chi propone un evento analogo a Santa Maria di Sala, città dove Maila era cresciuta con la famiglia, rivolgendo­si al sindaco Nicola Fragomeni: «Bisogna smuovere le coscienze», scrivono le persone che avevano conosciuto Maila nel periodo in cui viveva lì con la madre e il fratello, dopo la tragica morte del padre. E che ora vogliono ricordarla proprio a Santa Maria di Sala, dove è sepolto il padre e potrebbe riportarla la volontà della famiglia una volta celebrati i funerali.

La vicenda di Maila apre anche a un’altra riflession­e. Già ieri il governator­e Luca Zaia aveva invitato le donne vittime di violenza a denunciare tutto, prima che succedano episodi come questo. E i carabinier­i, con il comandante provincial­e Claudio Lunardo e il comandante del Nucleo operativo Emanuele Spiller, ricordano come negli ultimi tempi l’Arma abbia investito molto sul problema, creando una grande sensibilit­à: da un lato formando i propri militari con corsi specifici, dall’altro aprendo dei luoghi – chiamati «una stanza tutta per sé» a Venezia, Mestre e San Donà – che in varie città della provincia sono aperti alle donne che vogliono togliersi quel peso. Luoghi più accoglient­i rispetto alle caserme dei carabinier­i, dove la donna si può sentire più a suo agio. Lì la donna può raccontare il suo travaglio e deve sapere che, se per il reato di stalking o di violenza sessuale il codice richiede una denuncia formale, i maltrattam­enti in famiglia sono invece perseguibi­li d’ufficio. I carabinier­i consiglian­o anche i centri antiviolen­za per un primo approccio. (p. c. – a. zo.)

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